La redazione di METALHEAD.IT è venuta a conoscenza di un episodio spiacevole.
Ne è venuta a conoscenza vivendo l’esperienza in prima persona, in quanto composta da veri amanti della musica, i quali prima di essere dei critici ed autori di testi sono dei fans, dei malati di heavy metal come tutti voi.
Nel 2012 Timo Tolkki, non attivo dopo la dipartita dagli Stratovarius, la delusione di Revolution Renaissance e Symfonia, attivò una campagna su pledgemusic.com per raccogliere i fondi ai fini di creare un nuovo disco solista che si sarebbe intitolato “Classical Variation 2: Credo”.
Storici fans degli Stratovarius e fans del chitarrista stesso, parteciparono preordinando e pagando in anticipo i vari articoli in vendita per finanziare il lavoro. Ricordo l’offerta era vasta: magliette dell’album, una copia del diario scritto a mano, CD autografato, vinile con poster e plettri, vari deluxe box con cd, dvd, libro ecc, lezioni di chitarra personalizzate via Skype, il diario originale scritto a mano.
Cose che farebbero impazzire qualsiasi fans! Non mancava nemmeno la possibilità di avere il proprio nome tra i credits…
Noi METALHEAD inviammo i nostri pledge, e uno dei nostri autori pagò anche per avere il suo nome sui credits del CD, il quale sarebbe dovuto arrivare autografato.
Un vezzo? Vanità?
Forse, ma fa parte del gioco e a livello di amore per la musica e/o stima per l’artista, questo semplicemente non ha prezzo.
Ad un certo punto (Luglio 2012) Timo Tolkki chiuse la campagna, annunciando che avrebbe firmato un accordo (con una label… per fortuna che Tolkki si era ritirato dal “music business”) per un album immenso. Il suo annuncio parlava di ottimo materiale, contatti che lo misero in contatto con altre persone… le quali gli offrirono una cosa più interessante e stimolante, tuttavia incompatibile con Pledge e relativi accordi.
La storia racconta che si trattava dell’Italiana Frontiers Records la quale firmò con il virtuoso finlandese un accordo per alcuni album, il primo dei quali “The Land Of New Hope” uscito nel 2013.
Oltre al comunicato ufficiale, Timo scrisse una email a tutti i “pledgers” (ovvero i fans che avevano anticipato i soldi per finanziare “Credo”) dicendo che potevano richiedere il rimborso a Pledge, cosa che puntualmente tutti hanno fatto, con successo.
C’era però una offerta irresistibile: era possibile mantenere una offerta su pledge attiva e “girarla” sul disco del progetto “Avalon” (all’epoca non c’erano i dettagli…) anziché “Credo”, CD autografato con credits compreso.
Ecco un estratto della mail di Timo Tolkki del 31 Luglio 2012:
Cari amici, come saprete, ho ricevuto una nuova opportunità che mi ha fatto cancellare il progetto Pledge. So che molti di voi sono arrabbiati e delusi. Ma se sapeste cosa sto per fare con il nuovo CD, non ne sareste delusi. E’ un CD con nomi internazionali molto noti. […] Comunque scrivo a tutti voi che volete avere il vostro nome sul booklet del CD, come previsto con Pledge… avete le seguenti scelte:
1) rispondetemi dicendo che volete indietro i soldi. Vi rimborseremo.
2) Lasciate il Pledge com’è e avrete il vostro nome sul prossimo CD, tra i ringraziamenti. Proprio come sarebbe stato con “Credo”.
Questa pubblicazione è internazionale con artisti noti che conoscente bene. Se sceglierete l’opzione 2, sarete tra i primi a ricevere il CD.
La cosa risultava attraente: su Pledge questa chicca era stata venduta a 65 Dollari Americani. CD internazionale, con una valanga di artisti famosi ed il “mio nome” tra i ringraziamenti?
Molti fans, redazione di METALHEAD compresa, decisero di rinnovare la fiducia ed attendere.
Ormai un anno è passato e sta per uscire il secondo disco del progetto “Avalon”.
Ma NESSUNO dei “Pledgers” ha mai ricevuto il primo.
Nessun CD, nessun rimborso, nessun nome tra i ringraziamenti.
Chi ha recensito quel disco in redazione, se lo è fatto prestare da un amico che l’ha regolarmente acquistato!
Sono nate delle lamentele, una protesta, un giro di emails con toni pesanti, un gruppo facebook per i “delusi”. E’ stato contattato anche Timo in persona, il quale ha risposto dicendo che la cosa non è più gestita da lui (e nemmeno da Pledge!) e che l’unica cosa possibile poteva essere attendere il nuovo disco (quello che esce ad Aprile 2014), il quale sarebbe stato inviato ai fans in attesa. Ovviamente non si parla di “credits” e per quanto riguarda l’autografo… Timo offre di firmarlo … ai concerti.
Un momento: consideriamo il ragazzo, magari lo studente squattrinato, che ha messo via i risparmi nel maialino per arrivare a quei 65 Dollari. Ha pagato questa cifra per un CD che sarà acquistabile su Amazon a meno di 20 Euro, senza alcuna traccia del suo nome stampato sul booklet… e per avere l’autografo deve anche comprare il biglietto del concerto, andarci con relative spese (non so perché ma i concerti non sono mai vicino a casa!), ammesso e non concesso che il tour passi per il paese di questo ragazzo. E nella speranza (illusione?) di incontrare l’artista prima o dopo lo show…
No, cari amici, qui c’è qualcosa che non va.
La mail di Tolkki sopra citata era indirizzata a più di 70 persone.
65 Dollari per 70 significa 4550 Dollari… Dove sono finiti?
Una frode! Ok, è una brutta parola e per chi ama o ha amato la musica di un artista di grosso calibro come Tolkki è orribile pensare che queste cose possano succedere.
Immaginiamo che Tolkki incastrato tra accordi commerciali, label, abbia sicuramente versato la percentuale richiesta da Pledge (a suo carico). Vogliamo sperare che inizialmente Timo abbia creduto ci fosse qualche addetto incaricato della gestione di questo problema.
Ma al ragazzo con il salvadanaio a forma di maialino non interessa.
Magari è un ragazzo di un paese povero del Centro/Sud America (zona dove Tolkki vanta molti, moltissimi fans)…
Possiamo capire, immaginare, come funzioni il music business.
Ma qualsiasi sia l’accordo che Tolkki ha preso successivamente (con la sua label attuale, per esempio), resta il fatto che PRIMA aveva firmato un accordo con i suoi fans. Fans che hanno felicemente anticipato del denaro per qualcosa che non è mai arrivato. E che non arriverà mai.
Purtroppo il rock è anche questo.
Ci sembrava doveroso rendere noto a voi lettori che queste cose succedono. Siamo i primi ad esaltare un’ottima pubblicazione, ad adulare un artista con le nostre recensioni, le nostre interviste. Cerchiamo di dare spazio a tutti in modo uguale, sia alla grossa band famosa ed importante, sia alla band sconosciuta messa in piedi da quattro ragazzi in un garage negli orari post scolastici.
Ci piacerebbe che questa fosse una regola seguita da tutti.
Specialmente da un artista che a causa di problemi personali e contrattuali ha rischiato l’oblio, ma che ha trovato la forza di continuare, come sta facendo, grazie soprattuto all’amore e alla fedeltà dei fans.
Amore e fedeltà che ora risultano traditi.
La redazione