Continuano le news in casa Agenzia Alcatraz, ma partiamo dalla prima, quella legata a una biblioteca molto oscura.
La Biblioteca di Lovecraft, che dal 2019, pubblica titoli a tema weird, horror e soprannaturale, recuperando volumi e autori dimenticati legati al mondo del Maestro di Providence, entra a far parte del marchio Alcatraz Edizioni.
Da marzo 2025, infatti, la Biblioteca di Lovecraft diventa una collana Alcatraz, che sarà distribuita in libreria e sulle piattaforme online. L’obiettivo è sempre quello di proseguire con nuove uscite e, in contemporanea, di ripubblicare buona parte delle precedenti, in edizione ampliata.
Curatori e responsabili della collana restano Jacopo Corazza e Gianluca Venditti, ideatori e fondatori del progetto.
Il debutto ufficiale dei nuovi volumi avverrà a Marginalia, rassegna weird che si terrà a Milano, alla Casa dei Giochi, i prossimi 29 e 30 marzo.
Infine ecco le novità del mese di marzo, le storie tetre che avranno modo di accompagnarvi prossimamente:
In libreria dal 21 marzo
17 euro, 274 pagine
Agenzia Alcatraz, Bizarre 17Jean Ray (1887-1964) è una vera istituzione della narrativa fantastica e horror, di cui è considerato uno degli autori principali a livello mondiale, tanto da essere stato definito «il Poe belga». Attivo anche nel genere mystery con la fortunata serie dedicata allo Sherlock Holmes americano, il detective Harry Dickson. La sua voce è al centro dell’operazione di esplorazione, recupero e valorizzazione di Alcatraz.
Traduzione a cura di Barbra Bucci, Francesco Lato, Camilla Scarpa, Marisa Sombino.
Ancora il “Poe belga”.
Torna Jean Ray, il maestro del fantastico. Lo fa con una raccolta di racconti macabri e grotteschi che gli è valsa l’appellativo di “Edgar Allan Poe belga”.
Il whisky è la bevanda per eccellenza al bar di Jean Ray, lo sanno bene i protagonisti di questa raccolta di racconti scritti con «lacrime, sangue e zolfo». È il whisky, appunto, che sa essere il veicolo migliore per mettere in dubbio le leggi della realtà, l’amico e confidente a cui accompagnarsi per narrare le storie più nere, macabre, diaboliche e grottesche.
Qui Ray mette in scena un’umanità della più varia, immancabilmente alle prese con il soprannaturale, con l’irrazionale, con la tentazione e con il crimine. Con l’orrore che emerge all’improvviso, inspiegabile, nella vita di tutti i giorni.
“Quando tornai in me, Snow mi stava leccando le guance.
Come ero uscito dalla caverna? Lo ignoravo”.
In libreria dal 28 marzo
16 euro, 148 pagine
Agenzia Alcatraz, Biblioteca di Lovecraft 1Clemence Housman (1861-1955), è stata scrittrice britannica, illustratrice e poetessa. Fu una figura di spicco nel movimento di lotta per i diritti delle donne di fine Ottocento: tra i fondatori del collettivo Suffrage Atelier, aderì alla Women’s Social and Political Union e alla Women’s Tax Resistence League.
Primo dei suoi unici tre romanzi, Il lupo mannaro (1896) condivide con i successivi Unknown Sea (1898) e The Life of Sir Aglovale De Galis (1905) la peculiare drammatizzazione di temi religiosi in chiave soprannaturale e rimane la sua opera più celebre, considerata, non solo da Lovecraft, una pietra miliare della narrativa weird.
Il libro è arricchito dalla postfazione di Vera Gheno e dalle illustrazioni originali di Everard Hopkins (1890) e del drammaturgo Laurence Housman (1896).
Traduzione e prefazione di Gabriele Scalessa
Il lupo mannaro è donna!
Per la prima volta disponibile un classico della letteratura soprannaturale a tema licantropia. L’autrice, Clemence Housman, è stata una figura di spicco del movimento suffragista, nonché scrittrice, illustratrice e poetessa, più volte lodata e citata da H.P. Lovecraft.
Chi è, o cosa è, la figura avvolta in una pelliccia bianca che dal nulla fa la sua comparsa nella gelida notte di un villaggio scandinavo, in un luogo e in un tempo imprecisati? Quale arcana influenza esercita su chi entra in contatto con lei, nella fattispecie i fratelli Christian e Sweyn, tanto da metterli l’uno contro l’altro, e a quale fine?
“Pelliccia bianca”, la donna-lupo sfuggente, minacciosa, seducente ed evocativa tratteggiata dalla scrittrice britannica è tutta ottocentesca, ancora lontana dagli stereotipi a base di luna piena e pallottole d’argento che si imporranno solo in seguito. Parimenti, si distanzia anche dalla rappresentazione canonica del “mostro”, rivelandosi più affine a quella di una donna sensuale.
Uno sguardo orrorifico e femminista ci guiderà alla scoperta di una voce rinchiusa dal tempo e dal pregiudizio.