Gli extreme metaller BRUJERIA sono orgogliosi di annunciare la pubblicazione del nuovo singolo in digitale “COVID-666” su Nuclear Blast Records. La band offre ai fan anche il video della title track “COVID-666” in tema quarantena, diretto da Juan Brujo:
Il gruppo dichiara:”Il Coronavirus è la pestilenza che il Diavolo ha mandato per liberare l’umanità da tutte le cose! Lascia i sopravvissuti a soffrire senza lavoro né denaro e impone uno stile di vita social media al mondo intero! Il lato positivo di tutto questo… ora posso andare a fare shopping senza spaventare tutti a morte! Jajajajaja”.
Della produzione, del mixaggio e dell’artwork si è occupato Juan Brujo.
Copertina e tracklist di “COVID-666”:
1. COVID-666
2. Cocaina
Il singolo COVID-666 è disponibile QUI.
L’album più recente dei BRUJERIA, “Pocho Aztlan”, è la prima uscita della band da “Brujerizmo”, pubblicato nel 2000 su Roadrunner. È stato registrato nel corso di molti anni e in diversi studi in tutto il mondo. Il risultato finale è stato mixato da Russ Russell (NAPALM DEATH, THE EXPLOITED).
La leggenda dei BRUJERIA è proliferata per quasi tre decenni. Quando la band è emersa per la prima volta a Los Angeles nel 1989, la città era sull’orlo del caos. Daryl Gates governava la polizia di Los Angeles con il pugno di ferro, supervisionando una legione di assaltatori in divisa blu che spaccavano teschi marroni e neri ad ogni occasione. Rodney King, le rivolte del ’92 e la propaganda anti immigrati del governatore della California Pete “Pito” Wilson erano all’orizzonte. Gli agitatori messicani-americani dei BRUJERIA hanno catturato l’umore delle minoranze della città con il famigerato e ampiamente bandito debutto del 1993, Matando Güeros (“Uccidere i bianchi”), diventando rapidamente la risposta spagnola ai primi maestri grindcore TERRORIZER e NAPALM DEATH. Guidati dal paroliere e genio Juan Brujo, si vociferava alternativamente che i BRUJERIA fossero dei satanici signori della droga o membri di band metal affermate. La verità, come sempre, stava da qualche parte nel mezzo.
“Pocho Aztlan” è il primo nuovo album dei BRUJERIA in sedici anni. Il titolo si traduce in “terra promessa sprecata”, una combinazione di Aztlán, la leggendaria casa ancestrale degli Aztechi, e il termine pocho, che i messicani nativi usano per riferirsi – non sempre gentilmente – alle loro controparti nate negli Stati Uniti. Lo stesso Brujo è un pocho, un uomo intrappolato tra due mondi. Molti pochos non sono esattamente accettati a braccia aperte in Messico. Nel frattempo, sono troppo spesso considerati cittadini di classe B nella loro terra adottiva americana. Brujo ha trasceso entrambi gli scenari attraverso il potere del grindcore e del death metal senza compromessi dei BRUJERIA. I suoi testi interamente in spagnolo sono tanto vividi quanto efficaci: racconti in buona fede dalle prime linee della guerra alla droga, il divario razziale e la battaglia per il confine. “Un sacco di canzoni dei BRUJERIA sono storie vere“, dice Brujo. “E se non sono ancora accadute, accadranno”.
“Pocho Aztlan” può essere acquistato QUI.