Oggi, Amor Fati Productions annuncia che il 30 aprile uscirà internazionalmente l’attesissimo quinto album dei tedeschi DAUÞUZ, intitolato “Uranium”, su CD e LP. La band pubblicherà inoltre una versione su cassetta nella stessa data.
Dal loro debutto fulmineo “In finstrer Teufe” nel 2016, i tedeschi Dauþuz hanno creato un catalogo ricco e vibrante. Il loro black metal è orgoglioso e purista non ha certo i paraocchi; le antiche tradizioni sono venerate, certo, ma nuovi orizzonti dell’immaginazione si aprono quando i Dauþuz registrano le loro storie su nastro.
E quelle storie si concentrano in gran parte sull’attività mineraria, sia nella loro terra natale che in tutta Europa, arricchendo ulteriormente il fascino del vecchio mondo.
Ora, due anni dopo lo speciale “Vom schwarzen Schmied: Bergkgesænge” – una versione dalla voce pulita del loro celebre quarto album, “Vom schwarzen Schmied” del 2021 (recensione qui) – arrivano nuove maledizioni dai profondi delle miniere in questo nuovo “Uranium”.
Con un titolo significativo, “Uranium” tratta di un’area di estrazione mineraria relativamente giovane e distruttiva: l’ex miniera di uranio nelle aree della Germania orientale.
Dalla pericolosa estrazione mineraria sotto la pressione dei sovietici al radioso e mortale raccolto di ciò che è stato creato, il titolo “Uranium” allarga un panorama spaventoso pieno di disperazione sia sonora che spirituale. Nonostante l’apparente ‘novità’ dell’argomento, i Dauþuz suonano più vecchio stile che mai con il loro caratteristico Mining Black Metal, scavando effettivamente tra le caverne più profonde ed antiche, con suono e consistenza; intransigente, epico e soprattutto melodico, qui il duo trasuda una disperazione (o almeno una passione) che richiama le loro primissime radici, con la voce spesso penetrante che solleva le ire e porta con fermezza a capire che l’uranio è mortale, un affare mortale.
Raramente un’estetica rimane così saldamente impressa e produce saghe costantemente avvincenti come nel caso di Dauþuz. Irradia il bagliore inquietante dell’uranio!
Nell’attesa dell’album, ecco il primo singoolo. Questa è “Wüst die Heimat”:
Copertina e tracklist dell’album:
1. Pechblende (Gedeih und Verderben) [9:54]
2. Radonquell 1666 [8:49]
3. Wüst die Heimat [5:41]
4. Ein Werkzeug des Todes [10:00]
5. Wismut »Justiz« [5:16]
6. Uranfeuer 55 [9:52]