ÊTRE – “II: Humane” (EP)
(Autoprodotto) Secondo capitolo di una trilogia (qui il primo), l’EP dei danesi mostra una maturità compositiva davvero ragguardevole. (altro…)
(Autoprodotto) Secondo capitolo di una trilogia (qui il primo), l’EP dei danesi mostra una maturità compositiva davvero ragguardevole. (altro…)
(Thunderstruck) Un inaspettato ma graditissimo ritorno quello degli Skagarack, formazione danese che tra il 1986 ed il 1990 ha sfornato tre meravigliosi gioielli di melodic rock quali l’omonimo esordio, il capolavoro “Hungry for a Game” e l’altrettanto valido “A Slice of Heaven”, tre dischi immancabili nella collezione degli amanti di questo genere. (altro…)
(Dark Essence Records) Epico. Passionale. Subdolamente pregno di malvagità, ma anche ricco di sentimento, di energia e di immancabile tradizione, questo ottavo disco di Taake, l’entità personale dell’impegnatissimo Hoest! (altro…)
(Nuclear Blast Records) Sesto album per gli statunitensi Exmortus, band che da sempre ha diviso il pubblico per il loro stile, a cavallo tra il thrash/death più aggressivo e la pulizia esecutiva propria del metal neoclassico, risultando appunto ostici per i fautori di un genere piuttosto dell’altro. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Apprezzo molto l’onestà artistica ed il rispetto verso i fans che Kelly Shaefer dimostra di avere, visto che avrebbe tranquillamente potuto fare uscire questo disco sotto il moniker Atheist, dato che i quattro quinti della line up dei Till The Dirt proviene dalla leggendaria band capostipite del technical death metal. (altro…)
(Spread Evil Productions) Un EP nel 2020 per debuttare al lume della fiamma nera, dal titolo “Pavor Nocturnus”, e ora il debut album per questo progetto nato in Irlanda ma che accoglie anche contributi da musicisti di altre patrie. Belial’s Throne sono dunque votati al black metal e lo suonano con (altro…)
(earMUSIC) Per Vincent Damon Fournier, dunque noto come Alice Cooper, “Road” è il 29esimo album. Artista poliedrico, non una rockstar prevedibile e forse la sua eloquenza sintetica e acuta ma densa di significato lo certifica. Il precedente lavoro “Detroit Stories” e l’EP “Breadcrumbs” possedevano all’interno della buona musica e a conti fatti “Road” (altro…)
(Indie Recordings) Dopo le peripezie che ritardarono il precedente ed ottimo disco (recensione qui), tornano più sballati che mai questi cinque svedesi con il loro stoner/sludge ricercato e provocante. (altro…)
(The Sinister Flame) Una band che esiste dal 1992, oltre trent’anni… che arriva solo ora al secondo disco, considerando che il debutto uscì solo due anni fa! Pazzesco? Sicuramente. Sono tedeschi e dentro ci militano nomi che appartengono ad altre realtà quali i leggermente più prolifici Ungod. (altro…)
(Debemur Morti Productions) Il progetto black metal statunitense Imperial Crystalline Entombment ha oltre vent’anni e giunge ora al secondo album in studio. Formazione labile, spesso tenuta in disparte dalla notorietà della sua completa definizione, mentre il taglio black metal del suonare resta un mettere (altro…)
(Superbia Music Group) La band italiana Ultima non si esprime in maniera del tutto semplice e non solo per il fatto che il proprio linguaggio musicale è il djent metal, bensì anche per il volgerlo verso una maniera progressive. Se di per sé il djent è un suonare che frammenta, spezzetta e mischia a volte le carte, virare su un lato prog del suddetto (altro…)
(Napalm Records ) È il terzo capitolo per il duo formato da Tom S. Englund degli Evergrey e del pianista Vikram Shankar (Redemption e Lux Terminus). Ancora musica delicata, introspettiva, intima, verso quella malinconia autunnale di origine nordica che già abbiamo trovato nei capitoli precedenti (qui la recensione di “Nectar” del 2022). (altro…)
(Atomic Fire Records) Tredici album in carriera con “Code Red” per gli inossidabili Primal Fear. Dalle note iniziali dell’opener “Another Hero”, con un riff che ricorda i Ministry e altre mille cose forse, si avverte che l’heavy/power metal dei Primals è ben cromato e luccicante. “Code Red” presenta un ritornello caldo, accomodante per i più, ben studiato, ben (altro…)
(Silver Lining Music) Implacabili. Instancabili. Il favoloso quarto album “Lotus” (qui) nel 2019, poi il superlativo “Imperial” (qui) nel 2021 e, per chiudere il cerchio, anche un live, “Atlantis”, l’anno scorso (qui); ed ora un nuovo imponente disco, il quale conferma che questa macchina creata da Martin Lopez e Joel Ekelöf funziona… e funziona alla grande! “Memorial”, come sempre, è introspettivo, filosofico, una infinità di domande che attendono risposta… una risposta che solo la dimensione incomprensibile dell’agire umano può celare dentro il suo impenetrabile guscio. (altro…)
(Steamhammer/SPV) Che cosa aspettarsi da un gruppo teutonico con ex membri di Gamma Ray ed Edguy? Il quarto disco in studio dei The Unity è power metal tedesco nell’accezione più classica del termine. Cori e coretti, chitarre rocciose, refrain da radio e voce strapulita. (altro…)
(Gates Of Hell Records) Hanno inciso un EP tre anni fa i Meurtrières (QUI recensito) che si è poi fatto strada nell’underground. “Ronde De Nuit” è l’album di debutto e presenta una nuova cantante, Fiona, che rispetto alla precedente Fleur non sembra del tutto tagliata per il genere nel quale si esibisce. (altro…)
(Purity Through Fire) Nessuna delicatezza, nessuna ricerca stilistica pensata per attirare un pubblico più ampio. Solo black metal, quello efferato, quello diretto, a tratti arricchito di ipotesi melodiche concepite solo per rendere più lugubre la cavalcata disperata verso gli inferi, con tutta quella forza dannata che ha scatenato le vicende più nefaste della storia del black metal della loro nazione, la Norvegia. (altro…)
(Scarlet Records) Il secondo album della symphonic-prog metal band italiana punta a una maestosa orchestrazione dei synth e partiture metal sostenute e agili che sfoggiano il meglio, con le chitarre lanciate in armonizzazioni e in assoli taglienti e allo stesso tempo melodici. L’elemento symphonic metal è predominante ma i Noveria nei pezzi tengono (altro…)
(Personal Records) Due album solamente in quasi vent’anni di carriera… immaginatevi che attesa deve crearsi attorno ad un gruppo che pubblica il primo stupendo disco nel 2015, con una copertina che fa genialmente il verso ad una nota etichetta discografica tedesca, per poi arrivare finalmente al secondo capitolo (copertina comunque davvero molo bella ed evocativa). (altro…)
(Scarlet Records) Sono passati quattrodici anni dall’esordio della band triestina SinHeresy, la quale esibisce nel proprio sound un comparto vocale con due cantanti, Stefano Sain e Cecilia Petrini. Un sound votato a elementi gothic, melodic e sympohonic metal, risultando in questo “Event Horizon” freschi e agili nel totale del songwriting, a quattro anni dal (altro…)
(Nuclear Blast Records) Nuovo album per gli statunitensi Ringworm, il nono di una carriera costruita su quella coerenza che ha permesso alla band di ottenere finalmente un contratto nientemeno che con la Nuclear Blast. (altro…)
(Pride & Joy Music) Il sesto album degli Heimdall intitolato “Hephaestus” rompe un silenzio discografico durato dieci anni. La power metal band originaria di Salerno si ripresenta con i Calluori, Fabio alla chitarra e Nicola alla batteria, Carmelo Claps, altra chitarra che completa il nucleo storico. Gandolfo Ferro, cantante, è la stessa ugola (altro…)
(Atomic Fire Records) Udo Dirkschneider è un altro esemplare appartenente alla categoria delle pellacce dure, cioè uno che non vuole saperne di smettere o pensare a fare altro dopo decenni. Il cantante tedesco pubblica “Touchdown” come ulteriore traguardo, non l’ultimo, di una carriera vissuta nel regno dell’heavy metal. Dopo il periodo (altro…)
(About Us Records) Vibrante, incalzante, seducente. Elettrico ed eclettico. Ispirato a vari stili ed epoche, dagli anni ’60 agli anni ’90… senza appartenere veramente ad alcun filone specifico. C’è rock, c’è indie, c’è una componente psichedelica, c’è melodia, c’è garage, c’è oscurità dark wave, c’è sensualità in questo terzo lavoro del duo tedesco Para Lia (il moniker deriva dal nome di una spiaggia in Grecia). (altro…)
(Magnetic Eye Records) Trovano una etichetta con il loro terzo album i tedeschi Bees Made Honey In The Vein Tree… finalmente. Finalmente? Si, perché una simile band non può restare nel limbo dell’auto produzione, relegata nell’oscurità dell’anonimato, senza propaganda, senza nessuno che porti alle masse la sublime potenza artistica che questo quartetto è in grado di materializzare. (altro…)
(Reaper Entertainment) Il metal ed il folk sono due stili ormai si sono abbracciati tanto tempo fa, dando vita a innumerevoli bands, ad innumerevoli interpretazioni, le quali tuttavia alla fine appaiono molto simili tra loro. Miscugli a parte, purtroppo trani, il folk è quasi sempre di matrice nordica e/o legato a saghe del medioevo, con una impostazione musicale abbastanza prevedibile, seppur divertente e sicuramente coinvolgente. (altro…)
(Autoproduzione) Debutto eponimo per The Shredderz, quintetto proveniente, a loro dire, dal Metaverso, attraverso il quale coinvolgono i fans su decisioni importanti riguardo canzoni, merchandising e tutto ciò che ruota intorno alla band. (altro…)
(Caligari Records) Debut album per i tedeschi Hallucinate, band formata da membri di Graveyard Ghoul e Karloff. L’approccio al death metal di questa formazione è piuttosto particolare, con partiture old school riconducibili agli Autopsy mescolate a una massiccia componente psichedelica che flirta con il prog ed il kraut rock. (altro…)
(Reaper Entertainment) Era da circa un decennio che non avevo più notizie dei finlandesi Warmen, band creata da Janne Wirman, tastierista e, secondo solo ad Alexi Laiho, principale compositore in seno ai Children Of Bodom. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Torna con il terzo album il super gruppo con membri ed ex membri di In Flames, Hammerfall, Annihilator, Shining, Kamelot ed Amaranthe… ai quali si aggiunge ora anche il chitarrista Marcus Sunesson (The Crown / Engel) visto che Jesper Strömblad è un po’ preso dagli impegni e ha deciso di coprire solo il ruolo di bassista. (altro…)
(Chaos Records) Dal punto di vista musicale, Seattle rappresenta da sempre una zona di primaria importanza. (altro…)
(Fireflash Records) Quarto album per gli svedesi Lancer, a distanza di ben sei anni dal precedente “Mastery” (recensione qui), il quale fu un lavoro fin troppo ispirato dal power tedesco, molto gradevole ma privo di personalità. (altro…)
(Napalm Records) La saga musicale degli Skálmöld riprende dopo cinque anni, tanti sono quelli intercorsi dal precedente lavoro in studio “Sorgir”. La band viking-folk metal islandese (altro…)
(Andromeda Relix/Epic Spirit) È tornato il vocalist italiano Antonio Giorgio, con un nuovo album che fa seguito al suo “Golden Metal: the Quest for the Inner Glory” (recensione qui), uscito nel 2017. “Imajica”, un marcato passo in avanti, è una metal opera in tutti i sensi: (altro…)
(Autoprodotto/Masked Dead Records) I Deviate Damaen sono veri e puri. Amano andare contro corrente, godono nel rompere i coglioni a tutti, sputare in faccia al prossimo, mettere in mostra quell’attitudine punk, esibire gli attributi (e lo fanno senza ritegno pure in copertina!). Si fanno censurare da tutti: Bandcamp? Censurati. Spotify? Gli ha segato un disco. Credo siano stati fatti fuori da Wikipedia e da Discogs… ed in questo momento non so se Youtube abbia già in programma di oscurarli, ma ormai credo esista un giro di scommesse clandestino ed underground che mette sul tavolo molto soldi per cercare di indovinare quale sarà la prossima censura che la band romana sarà costretta a subire. (altro…)