PSYCHOFAGIST, ” i “generi” servano solo ai negozi di musica per non mettere i Meshuggah vicino a Michael Jackson”

Psychofagist significa estremismo musicale. Un estremismo italiano e in vita da molti anni. Dando uno sguardo al loro profilo su Facebook si legge ” Genere: free non jazz power violence sonata”, una definizione che potrebbe essere un modo per appellare il caos! Le loro impennate sonore, lo spingersi nel cuore del grindcore, la manipolazione delle note protratta verso il free jazz, l’hardcore e la follia sono le loro basi musicali. Il recente split “9 Psalms of An Antimusic to Come” con gli Antigama è una buona opportunità per parlare con Stefano. (altro…)

Di |2012-02-23T08:28:05+01:0023 Febbraio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

LA STRANGE, “Nel disco parlo del mio passato e affronto alcune tematiche ‘scomode’ ”

La Strange è una cantante ed è anche una rocker, lo si capisce dal suo carattere deciso e dal debutto “Queen of Disguise”. Anche il video omonimo dell’album lascia intuire la sua combattività. Ora Angela Castellani (questa la sua identità) racconta a Metalhead.it l’impegno profuso nel costruirsi una credibile carriera musicale. (altro…)

Di |2012-02-11T00:48:11+01:0011 Febbraio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

MAINLINE, “legarsi a un’etichetta spesso rende necessario raggiungere dei compromessi”

I Mainline fecero parlare di se già nel 2007, poi le cose sono andate a rilento e il batterista Alessandro Benedetto ci spiega il perché, oltre a testimoniare alcuni traguardi raggiunti e la cura appassionata avuta per l’ultimo e ottimo album “Azalea”.

Cosa c’è stato tra “From Oblivion to Salvation”, del 2007, e il nuovo (altro…)

Di |2012-02-09T08:13:27+01:0009 Febbraio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

DESTRAGE, “noi non amiamo le etichettature, ci danno l’ansia giuro!”

Paul, cantante dei Destrage, ha tante cose da dirci: l’ottimo album “The King Is Fat ‘N’ Old”, le cover per la compilation sui cartoni animati della Ghibli, il tour in Giappone, altre importanti date live in arrivo e…

Quale è il bilancio di “The King Is Fat’N’Old”. Che riscontri vi ha portato il vostro secondo album? (altro…)

Di |2012-02-08T08:28:22+01:0028 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

VRANGSINN, DANIEL, “la religione organizzata è un crimine e dovrebbe essere trattata come tale”

Daniel Vrangsinn, famoso per essere l’offensivo ed osceno bassista dei Carpathian Forest, è anche un musicista solista, un videomaker, un produttore, un idealista, un moderno filosofo ed il genio che sta dietro all’etichetta indipendente Misantrof. In questa intervista ci rivela il suo pensiero, il suo punto di vista e ci apre gli occhi su un mondo che spesso viene censurato: il mondo degli artisti indipendenti. (altro…)

Di |2012-02-08T08:29:15+01:0027 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

CORROSION OF CONFORMITY, “volevamo dimostrare che avevamo ancora qualcosa di nuovo da offrire”

Il nuovo album dei Corrosion of Conformity avrà per titolo il nome della band e uscirà il 27 febbraio, attraverso la Candlelight. L’album è stato inciso dalla stessa formazione che realizzò il fantastico “Animosity”, del 1985. Prima dell’uscita abbiamo avuto modo di ascoltarla in anteprima e di parlarne con Mike Dean. (altro…)

Di |2012-01-26T00:12:52+01:0026 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

DARK END, “siamo i suoi interpreti, di conseguenza cerchiamo di tramutarla in immagini attraverso la presentazione estetica”

I Dark End sono l’espressione maledetta e spettrale del symphonic black metal italiano e Valentz (batteria) e Animae (voce) parlano delle tematiche dell’album “Assasine”, le impressioni sui tour come spalla a Samael e Rotting Christ, tra gli altri, ma soprattutto annunciano diversi dettagli su quello che sarà il prossimo album ormai quasi pronto.  
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Di |2012-02-28T20:39:29+01:0024 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

LUNOCODE, “una scelta di suoni così inusuale per un gruppo rock/metal moderno potrà far storcere il naso ad alcuni ascoltatori”

I Lunocode con l’album “Celestial Harmonies” tirano fuori un ottimo lavoro progressive, ricco di sfumature e senza eccedere in stucchevoli virtuosismi. Perseo Mazzoni (batteria) e Daphne Romano (cantante) raccontano come è stato realizzato l’album e le tematiche che include. (altro…)

Di |2012-01-22T09:04:33+01:0022 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

THE POTT, ” quando siamo passati da duo a quintetto abbiamo dovuto rivoluzionare tutto”

I The PotT nascono a Torino nel 2009, intorno al primo nucleo formato da Emanuele Bertasso e Simone Seminatore, orbitante in territori industrial/stoner. Nel 2010 arriva la firma con la Sinusite Records e si aggregano altri musicisti, ovvero Simone Roseo (basso), Fabio De Filippo (elettronica e cori) e Manuele Miceli (batteria). Il tutto produce l’esordio “To These in he Eyes of God”. L’album è fatto di elettronica, rock, allucinazione, sogni e di tanta materia indescrivibile.

A bruciapelo vi chiedo cosa ne pensate di tutti i nomi ai quali vi hanno accostato per descrivere il vostro sound. Anche io ho fatto qualcosa del genere, non lo nego.
Emanuele: Alcune band alle quali ci hanno accostato costituiscono davvero parte del nostro background artistico, con altre onestamente non sento di avere alcuna vicinanza. Comunque sia è più che apprezzabile che quello che si sente nel nostro disco sia interpretabile in maniera non univoca, quindi anche se non condivido alcuni nomi va benissimo così.
Simone: Se con “accostamento” intendiamo una semplice convenzione per chiarire brevemente il “sound” di un gruppo, la faccenda mi garba: essere accostati a colossi come Tool, A Perfect Circle, NIN come può non fare piacere? In realtà io mi accorgo più facilmente delle differenze tra noi e le suddette band piuttosto che delle somiglianze, ma è indubbio che alcuni richiami ci siano, certi voluti altri capitati e basta.
Manuele: Grazie, non posso dire altro. Essere paragonati a mostri sacri, wow!
Fabio: È un onore, sicuramente, quello di essere accostati a musicisti che ascoltiamo da molto e che molto hanno insegnato alla scena musicale mondiale. L’importante è che rimanga un modo per spiegare per sommi capi cosa proponiamo, anche se non saremo mai quelle band.
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Di |2012-01-07T15:00:33+01:0007 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

LYDIA’S GEMSTONE, ” la creazione di musica è un processo senza fine, in costante avanzamento”

Gli austriaci Lydia’s Gemstone sono autori di un dark rock malinconico e che gioca sull’emotività e le sensazioni. Il debutto “The New Melancholy” è stato pubblicato dalla tedesca Twilight, ma all’improvviso etichetta e band hanno avuto qualche frizione e il contratto risolto consensualmente. Markus Keimel, voce e una delle due chitarre, descrive come sta proseguendo la band. (altro…)

Di |2018-03-17T13:03:11+01:0003 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

GLOMB, “le lacrime sono il miglior pulitore del mondo! Le raccomando”

I Glomb sono due amici che nemmeno si definiscono una band. Con poco materiale prodotto, ma notati dal genio visionario di Daniel Vrangsinn con la sua Misantrof, questi ragazzi stanno sperimentando suoni decisamente estremi e geniali. Con il loro chiodo fisso del pulire e poi sporcare il mondo, li abbiamo intervistati in modo “diretto” per capire dove finisce il gioco e dove inizia l’arte. (altro…)

Di |2019-01-22T12:29:46+01:0002 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

NATRIUM, ” il death metal deve parlare di morte, che sia di origine horror, reale, psicologica o spirituale”

I Natrium con “Elegy for the Flesh” toccano quota secondo album nella personale discografia. I deathers sardi nascono nel 2001 e, come tutte le band, hanno avuto un proprio percorso formativo, il quale li ha portati di recente al nuovo lavoro in studio, “Elegy for the Flesh”. Lorenzo Orrù, master voice dei Natrium, racconta come si è svolto il lavoro in sala d’incisione (altro…)

Di |2012-01-07T15:30:18+01:0001 Gennaio 2012|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

JESTER BEAST, ” le produzioni di oggi sono troppo perfette per essere vere, infatti poi dal vivo sono molte le band a pagare pegno!”

I Jester Beast furono il prodotto della gloriosa scena torinese degli anni ’80, quella che produsse i Negazione, Elektra Drive, Braindamage e tanti altri. Nati all’inizio di quel decennio, i Jester Beast pubblicarono il loro unico album nel 1991. Era il devastante “Poetical Freakscream”, ottimo esempio di quel sound elaborato dal connubio thrash-hardcore tanto in voga in quegli anni. La band proseguirà successivamente attraverso cambi di line-up (ci sarà anche una voce femminile per un breve periodo), ma lasciando perdere pian piano le proprie tracce nel corso del tempo. Il chitarrista C.C.Muz ci racconta del periodo d’oro, ma anche del presente che annuncia un ritorno completo all’attività dei Jesters.

I Jester Beast che fine hanno fatto? Cosa è successo alla band in questi anni?
Non avevamo più le giuste motivazioni…avevamo un disco pronto ma non c’èra più la fiamma dell’inizio. Continuare con i Jester per me non aveva più senso. Io me ne andai nell’93, dopo la tournée con gli Accused e dopo l’EP “Serial Killer”; continuai a suonare ancora qualche anno e poi smisi completamente con la musica fino a 2 anni fa, quando incontrai Stefano. I Jester Beast andarono avanti senza me, ancora qualche anno fino al 95.

A che punto siete con i Jester Beast, come line up?
Quando abbiamo rimesso in piedi i Jester Beast, volevamo riprendere il discorso di “Poetical” e volevamo risuonare dal vivo quelle canzoni. Io e Stefano (il cantante Zapp, nda) volevamo ritrovare noi stessi, prima di riprendere un nuovo capitolo musicale. Ora, dopo 2 anni, ho dei dubbi sulla scelta fatta, voluta in primis  da me, in quanto quello era un capitolo di 24 anni prima , fatta con altri musicisti e con altre sensazioni. Quello che Jester vuole essere oggi, è sì guardare al passato, perché quello fatto in precedenza è dentro di noi, ma evolvere quel suono in qualcosa di più attinente a ciò che siamo ora, come persone e gusti musicali che per forza di cose non può essere quello di 25 anni fa.

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Di |2011-12-30T19:16:23+01:0030 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

ORANGE GOBLIN, “abbiamo sempre celebrato il 13 febbraio e lo chiamiamo Doomsmas!”

Ben Ward degli Orange Goblin concede un’intervista a Metalhead.it. L’argomento affrontato è il prossimo album, il quale sarà pubblicato il 13 febbraio e uscirà per Candlelight, con il titolo di “A Eulogy for the Damned”. E’ un lavoro tipicamente Orange Goblin, con suoni scintillanti e calibrato con tanto heavy-stoner

Qual è il significato nascosto nel titolo di questo vostro nuovo album, “A Eulogy for the Damned”?
Non c’è un significato nascosto. Consideriamo “La Dannazione” dell’intera umanità e come stiamo tutti morendo dal momento in cui siamo nati, così appunto il titolo dell’album si aggancia al titolo. (altro…)

Di |2018-03-17T12:58:30+01:0029 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

FORTE, STEPHAN, ” l’arte è un pezzo interminabile che potrebbe essere migliorato infinitamente”

Stéphan Forté, francese, incredibile axeman, membro delle progressive metal/rock band Adagio e Red Circuit, ha realizzato il suo primo album solista “The Shadows Compendium”. L’album è completamente strumentale, ricco di connotazioni neo-classiche e con una manciata di contributi da parte di importanti amici della sei corde. Di seguito Stéphan ci racconta tutte le sue impressioni su questo album, raffrontandole anche con quelle esposte nella recensione del suo interlocutore.

Ciao Stéphan, grazie tante per l’intervista!
Sei il ben venuto, grazie a te Alberto!

“The Shadows Compendium” è un album strumentale, con tre anni di lavoro alle spalle. Avevi bisogno di tempo o è stato difficile farlo?
Non è stato difficile, avevo bisogno di trovare il tempo necessario per comporlo, allora ero molto impegnato con le mie altre attività (gli Adagio, alcune riviste sulle quali scrivo, ecc…).
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Di |2011-12-27T08:33:27+01:0027 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

BEYOND THE MORNINGLIGHT, ” la gente chiama la nostra musica gloomy rock ‘n’ roll “

Runar Funeralheart e Andy Amin sono i creatori del progetto Beyond The Morninglight. Il duo è autore di un sound che in molti hanno definito Gloomy Rock ‘n’ Roll, pubblicato nell’omonimo esordio per Misantrof (prelevabile gratuitamente, come tutte le pubblicazioni dell’etichetta, QUI). Runar e Andy ci hanno parlato dei Beyond The Morninglight, spiegando anche a che punto sono con il nuovo album, previsto per il 2012.

Puoi fornire una mini-bio ai lettori di Metalhead.it, per spiegare chi sono, da dove vengono e cosa hanno fatto i Beyond The Morninglight?
Runar
: I BTM sono nati nell’autunno del 2006. Fondati da me e Andy Amin, due vecchi amici con una comune passione per il rock ‘n’ roll. Siamo nati e cresciuti entrambi nello stesso paese nel sud-ovest della Norvegia e abbiamo sempre ascoltato la stessa musica, anche prima di diventare amici alle superiori. E per entrambi i Pink Floyd sono la band preferita. Volevamo fare della musica che fosse progressiva e malinconica. La gente chiama la nostra musica “gloomy rock ‘n’ roll” (Rock ‘n’ rollo oscuro, dark, ndt). Nel 2009 abbiamo pubblicato il nostro album di debutto omonimo per la Misantrof e stiamo ora lavorando duramente, per il nostro secondo album ‘Liberation’ che uscirà prima dell’estate 2012.

Siete un duo, questo pone dei limiti?
Runar: Finora sia la scrittura delle canzoni e la parte compositiva è andata bene. Principalmente per il fatto che non dobbiamo aver a che fare con altra gente, per decidere quale riff e canzone deve essere suonata e registrata. Ovviamente dal vivo abbiamo un problema. E’ impossibile ottenere lo stesso sound senza coinvolgere altra gente. Quindi l’idea di fare delle audizioni dopo che ‘Liberation’ sarà completato, per reclutare nuovi componenti e portare il mostro sul palcoscenico.

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Di |2011-12-24T15:36:58+01:0024 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

VENDETTA, “Klaus” Heiner” Ullrich è stato ammalato per circa un anno”

Per essere un cantante thrash metal, quindi aggressivo e carico di adrenalina, Mario Vogel dei Vendetta si rivela poco loquace in questa intervista. Limitandosi a fornire poche informazioni, Vogel non ha però tradito l’essenziale e diretto stile dei Vendetta, il quale si avverte anche attraverso l’ultimo album “Feed the Extermination”.

“Feed the Extarmination” è un album incredibile. Quanto tempo avete impiegato per la sua realizzazione?
Grazie! Ci ha preso un po’ di mesi perché Klaus” Heiner” Ullrich è stato ammalato per circa un anno; la cosa ci ha fatto tardare nella realizzazione.

Come sono arrivati i Vendetta alla Massacre?
Il nostro manager Michael dell’Allegro Talent Music Management, ha dato loro le prime due canzoni del nuovo album. E’ andata così!

Dan Swanö ha prodotto l’album?
Abbiamo registrato con Dominik Bertelt e Max Duffner. Dan Swanö ha mixato e masterizzato ogni cosa.

E la copertina, cosa rappresenta?
Beh…l’ha fatta Patrick Klose, chiamato Pablo. Lo stesso dell’album “Hate”. Date uno sguardo a extasy-design.de.

Cosa dicono le vostre canzoni?
Della vita: malattie, la chiesa, aggressioni. Tutta roba con la quale chiunque ha avuto a che fare…

Come promuoverete l’album dal vivo?
Speriamo di suonare in alcuni festival e in poche date in aprile/maggio, del prossimo anno. Speriamo di fissare le date!

C’è ancora una buona scena thrash metal tedesca in questo nuovo millennio?
Tutto il metal è tornato, ancora di più. C’è stato un brutto periodo pochi anni fa, nei ’90; ma ora ci sono un mucchio di nuove band e nuovi sound.

Ti ringrazio di aver trovato il tempo per questa intervista. Vuoi aggiungere qualcosa?
Io ringrazio te e speriamo di suonare in Italia il prossimo anno. Keep thrashing!

Alberto Vitale

Link recensione: https://www.metalhead.it/?p=2007

Di |2011-12-23T09:14:01+01:0023 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

DELIRIUM X TREMENS, “orde di cani infernali assetati di redenzione, comandati dal demone della caccia”

Con “Belo Dunum, Echoes from the past” i Delirium X Tremens hanno suonato ciò che diventerà uno degli album più interessanti nella storia del death metal italiano. I richiami alla terra natia, il Veneto, con storie, leggende e uomini e la volontà di costruire un’opera immensa, ma sotto l’egida del death metal, hanno permesso ai Delirium X Tremens di portarsi a livelli fantastici. Ciardo, la voce della band, offre ai nostri lettori una minuziosa e interessante descrizione di “Belo Dunum”. (altro…)

Di |2015-10-05T19:12:03+02:0021 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

AMANTYDE, “vedo intorno a me un mondo fatto di compravendita compulsiva”

Già autori di un album e prima ancora di un EP, i veneti Amantyde pubblicheranno a metà dicembre “Mädchen”, il secondo album. L’alternative metal carico di groove e di schemi liberi, al minimo delle influenze altrui, si evidenzia maggiormente in questa prova. La singer Nicky Genovese traccia per noi un breve resoconto di questi 4 anni di attività e dell’imminente futuro per gli Amantyde. (altro…)

Di |2017-10-18T01:04:05+02:0009 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

PLAAG, “Non mi si voglia male, ma ai miei occhi ed orecchie non c’è mai stata alcuna band black metal non norvegese”

Somber Von Plaag ha creato il progetto Plaag con l’album “UGH!”, diffuso poi attraverso il download gratuito con la Misantrof Anti Records. Plaag è black ‘n roll semplice e spontaneo, accompagnato da corrosiva ironia e disprezzo mirati all’umanità. Nella seguente intervista Somber annuncia delle novità e descrive i nuovi progetti targati.

Ho letto un tuo comunicato. Ora Plaag è ora un duo!
Si, l’idea è nata dal terzo contributo per la compilation “Holy Fucking Anti Christmas” di Misantrof.  Io e Negativ abbiamo unito le forze vocali in quella canone (“Under Black ‘n Roll Banner/Christmas Hate”) che sarà pubblicata tra due settimane nella compilation stessa. La collaborazione mi è risultata soddisfacente quindi ho deciso di chiedere a Negativ di entrare a far parte dei Plaag come seconda voce permanente. Sai, ho sempre avuto un debole per le doppie voci nel metal. I vecchi Carcass è un esempio che aprezzo moltissimo. Il cambio tra voci in queste genere aggiunge quel po’ di pepe in più (almeno per me, non posso parlare a nome di tutti i metallari in giro). Naturalmente non ho mai cercato la seconda voce, in quanto non mi è mai veramente fregato in quanto lavoro bene da solo. E come spesso succede quando non sei alla ricerca di qualcosa, magari ti capita davanti… ed infatti così è successo. Comunque, sono sempre io a scrivere e registrare la musica. Il contributo di Negativ è relativo a testi e cantato in norvegese contributes, mentre io mi occupo della parte in inglese. Alcune canzoni saranno cantate interamente da Negativ, alcune da me, alcune assieme. Roba buona e orecchiabile è in arrivo, questo è sicuro.

Perchè il tuo album di black ‘n roll duro e schietto è intitolato  “UGH!”?
Mi piace molto la parola, e in un certo senso esprime quell’atteggiamento “dritto in faccia” della musica. Niente di più.

Come è stato il processo creativo di “UGH!”? Quando lo ascolto mi da l’idea come se vi fossero parecchie canzoni diverse e stili diversi. Le canzoni sono nate tutte nello stesso periodo?
Certo, vero, il fatto è che non ho mai avuto l’intenzione di fare un intero album inizialmente. Quindi la maggior parte delle canzoni è stata scritta in diversi periodi. E’ stata anche la prima volta che ho inciso canzoni, quindi è stato un massiccio processo di apprendimento per me. Questa è la ragione per la quale non c’è una vera linea guida comune nell’intero album. Ho registrato con diverse chitarre, diverse impostazioni della batteria, ecc., non ci ho mai prestato molta attenzione, sai, fintantoché era duro e rock io ero felice. Ma dopo l’uscita dell’album e un sacco di feedback da parte della gente, sono diventato molto più accurato sul suono. Quindi questa sarà una delle cose per le quali il nuovo album sarà sicuramente un passo in avanti.

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Di |2011-12-08T00:43:06+01:0008 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

JOLLY POWER, ” ci buttammo in uno scantinato adibito a sala prove, prima ancora di saper suonare, ma pestando come fabbri”

I Jolly Power sono una band italiana che negli anni ’90 ha totalizzato una reputazione di tutto rispetto. Fu il grande demo-album “Like an Empty Bottle”, diciassette anni fa, a portare grande attenzione verso questi rockers. Ora Street Symphonies ha trasferito in CD il demo, con alcune tracce aggiuntive, e l’evento ha ridato nuova linfa ai Jollys. In queste righe il chitarrista Lucky Chiva racconta il passato, cosa è il presente e quale futuro aspetta i Jolly Power.

Ciao Lucky Chiva, ti ringrazio per questa intervista. In queste ore (la notizia è di alcuni giorni fa, nda) ho letto di alcune voci sulla band, in particolare sulla lineup. Puoi dirmi al momento chi c’è nei Jolly Power?
Ciao Alberto, e grazie a te per l’interessamento In questa fase che potremmo definire di creazione dei Jolly Power “Mark V”, ai tre componenti della line-up storica, ovvero il sottoscritto alla chitarra, Maxx Dynamite alla batteria e l’unico originale inimitabile, Elia alla voce, si affiancano Alex al basso (che è con noi dalla dipartita di Bely a metà anni 2000) e, last but not least, abbiamo aggiunto alla seconda chitarra Rikk che proviene dagli amici Cathouse, e che mi aiuterà a sostenere il sound dei Jolly Power, che nelle loro ultime incarnazioni prevedono due chitarre per alzare il tiro e rompere più timpani possibile!

“Like an Empty Bottle…Again!” è stato accolto con numerosi consensi, soprattutto spinto da chi in quegli anni vi ha ascoltato direttamente. Credo che questo significhi che avete fatto qualcosa di importante.
Così sembra anche se (e credo riguardi tutti i musicisti) non si è mai totalmente soddisfatti di quello che si produce. All’epoca eravamo consci di aver realizzato un demo-album decisamente sopra la media; il fatto che oggi, 17 anni dopo, venga ristampato in CD e riceva consensi anche da chi non ci conosceva non fa che confermarmelo. Like An Empty Bottle fu il demo che ci permise di guadagnare una certa notorietà in quegli anni, che ci portò all’attenzione della stampa, e ci motivò e spinse decisamente nella direzione che portò poi all’uscita del nostro primo CD Fashion Milk & Smokin’ Pills, inaugurando il nostro “periodo d’oro”.

Arrivavate tutti da esperienze, hard rock, glam, sleaze rock e cose del genere? Puoi dirmi anche cosa significava fare rock ‘n roll negli anni grigi del grunge?
Guarda, per noi non è mai stata una questione di etichette o generi musicali. Volevamo semplicemente metter su una rock’n’roll band e fare più casino possibile, poi sta agli altri che ci ascoltano definirci. Successe che all’incirca nel 1991, quando la scena rock/metal degli anni ’80 era già bella che agonizzante e gli squali delle major discografiche si buttavano sul fenomeno Grunge, io e Maxx comprammo i nostri primi strumenti musicali. Subito iniziammo a cercare altre persone come noi alienate dalla tranquilla normalità della vita di provincia e ci buttammo in uno scantinato adibito a sala prove, prima ancora di saper suonare, ma pestando come fabbri e scoprendo un nuovo eccitante universo da esplorare. Ricordo che la nostra prima esecuzione come gruppo fu “C’mon Everybody”, nella versione di Sid Vicious. Le esperienze, più sleaze che glam (termine in cui non ci riconosciamo) a dire il vero, maturarono poi gradualmente da quelli che erano i nostri ascolti musicali all’epoca. In questo senso “Like An Empty Bottle” credo possa considerarsi la nostra opera più influenzata dallo sleaze rock del periodo.

Mi racconti come è nata la reunion del 2006 e i conseguenti cinque pezzi aggiunti poi in questa riedizione del vostro demo?
Mah, sai, in verità più che reunion il punto è che non c’è mai stata una vera e propria separazione. Siamo arrivati ad un periodo in cui, per forza di cose, l’impegno come band s’è andato allentando fino a che ci siamo presi una pausa. Il crescere, fare nuove esperienze lavorative, in alcuni casi metter su famiglia, per un certo periodo ha occupato la maggior parte del nostro tempo. Ma i Jolly Power sono sempre stati nei nostri pensieri, aleggiavano attorno a noi, ed aspettavano solo il momento propizio per ripartire. Il che avvenne, la prima volta, appunto attorno al 2006 in cui avemmo l’occasione di ricominciare a fare ciò che amiamo di più. In quel periodo buttammo giù anche un po’ di materiale nuovo, decisamente più ruvido e sanguigno, che rappresentava la naturale evoluzione della band. Ne seguì poi un altro momento di pausa, ma i Jolly Power sono come una famiglia deviata, di cui magari ci si vergogna a volte, ma alla fine troveranno comunque il modo per riunirsi, magari per il giorno del ringraziamento o per Natale. E allora sono cazzi per tutti…

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Di |2011-12-04T19:07:46+01:0004 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

SVÖLK, ” non ci piaceva il modo come il metal si è sviluppato”

Gli Svölk si dichiarano inventori del Norwegian Bear Metal. Al di là di ogni possibile etichetta e definizione della loro musica, lo stoner degli Svölk include grossi riferimenti ai Metallica  a cominciare dal titolo), all’heavy metal e alle influenze degli anni ’70. Dopo aver inciso e pubblicato “Svölk” in patria nel 2009, la band firma con la Napalm Records. L’etichetta austriaca ha poi deciso di ripubblicare l’album con il titolo ” Svölk  ‘Em All”, il quale come spiega Martin Østerhaug, ironico chitarrista della band, è un gioco di parole prima ancora che una citazione dei Metallica.

Perchè un’altra edizione di “Svölk”? C’è la Napalm Records dietr questa scelta?
Si. Noi abbiamo pubblicato “Svölk” in Norvegia prima di firmare con la Naplam Records, ma abbiamo sentito che la registrazione era buona per non darla al resto del mondo. Abbiamo anche aggiunto tre canzoni dal nostro EP “Beast Unleashed”.

Durante la scrittura e realizzazione di questo album avete pensato ai Metallica per il titolo?
Si, pensavamo che fosse divertente giocare sulle parole. Sai, “Svölk” significa “prendere a calci” in norvegese ed anche un riferimento ai Metallica, con i quali siamo tutti cresciuti con gli occhi rivolti a loro come dei bambini!

Puoi descrivere il vostro stile musicale ai nostri lettori?
E’ un misto di hard rock anni ’70, heavy metal anni ’80, thrash anni ’90 e altre roba. Il “Requiem” di Verdi, ad esempio.

E i testi di “Svölk”?
Come sempre un enigma (se la ride, nda). Spetta agli ascoltatori decifrarli.

La Norvegia è famosa per il black metal. tu lo ascolti?
Raramente. Qualcosa dei Mayhem magari. Attualmente abbiamo usato Hellhammer (batterista dei Mayhem, nda) alla batteria in qualche occasione. Abbiamo l’intero “Svölk ‘Em All” album con Hellammer alla batteria su nastro.

Ci sono alcune cover che vorreste realizzare?
Nei primi periodi suonavamo “War Pigs” dei Black Sabbath e “Walk All Over You” degli AC/DC. Sarebbe divertente fare qualcosa di completamente differente. Come Eros Ramazzotti o qualcosa di simile (e ride ancora, nda)!

La cosa che ha avuto maggiore impatto sulla vostra carriera fino ad ora?
La necessità di creare ed eseguire musica, io credo. Quando iniziammo fu perché non ci piaceva il modo come il metal si è sviluppato. Era meno e meno rock ‘n’ roll. Cercavamo un nuovo genere metal che portasse dentro del rock ‘n’ roll. Qualcosa di nuovo, ma ancora classico. Non è un compito facile, ma ci stiamo arrivando.

Grazie per la tua disponibilità. Lascio a te la chiusura dell’intervista.
Forza Italia! (Finalmente Mr. Berlusconi)

(Alberto Vitale)

Link recensione: https://www.metalhead.it/?p=1604

Di |2012-09-30T08:25:46+02:0001 Dicembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

MARTYR LUCIFER, ” ho già pronti dei demo per un disco e mezzo”

Martyr Lucifer è stato un membro di Opposite Sides, Hortus Animae e Space Mirrors. L’idea di sviluppare autonomamente un album gli girava nella testa da tempo. Concepito inizialmente con un aspetto più dimesso, ha poi preso forma nel tempo anche grazie al contributo di altri musicisti di un certo spessore. Cosa è  “Farewell to Graveland” lo spiega lo stesso Martyr Lucifer. (altro…)

Di |2015-04-09T01:45:28+02:0022 Novembre 2011|Categorie: INTERVISTE, M|Tag: |

HAEMOTH, ” l’odio si manifesta anche nelle persone che sostengono di essere ‘virtuose'”

L’ultimo album degli Haemoth prende il titolo di “In Nomine Odium”. Il duo francese è in attività da vent’anni, ma Haemoth, voce, chitarra e basso, e il batterista Syht, intervistato per l’occasione, realizzarono l’ultimo album nel 2004. Nel mentre gli Haemoth non sono stati in totale silenzio, ma il ritorno con un album segna un evento importante. Tuttavia qualcos’altro, in termini di uscite, attorno a Syht e Haemoth sta per arrtivare… (altro…)

Di |2018-09-25T20:53:00+02:0019 Novembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

MY BLACK LIGHT, ” abbiamo cercato di metterci del nostro e di differenziarci un po’ dal calderone”


Nell’Italia del metal irrompe una nuova realtà, i My Black Light. Dopo gli inizi da cover band, i My Black Light hanno sviluppato un proprio sound personale nominalmente gothic, ma di fatto con ricchi spunti elettronici, metal, dark notati dalla major Massacre Records, al quale ha pubbicato l’album di debutto “Human Maze”. Emanuele Rossi, valente chitarrista dei My Black Light descrive tutti gli sforzi e i traguardi alla quale la band è, fino ad oggi, arrivata

Dalla bio che vi accompagna nella promozione Massacre, si evince che siete passati dall’essere una cover band ad una band del roster Massacre. Avete sbancato!
Beh si può dire che abbiamo realizzato un sogno nel cassetto… Insomma Massacre è una delle etichette più importanti nel metal e siamo onorati di poter lavorare con loro. Il tributo è stato un passo iniziale per conoscerci meglio, sia come musicisti che come persone, ma l’obiettivo era comunque comporre musica nostra. Certo non ci saremmo aspettati di firmare un contratto con Massacre, siamo entusiasti di lavorare con loro!

Ascoltando le prime note di “Human Maze” ho pensato “ecco un’altra gothc band”, ma ho dovuto piacevolmente ricredermi. Resta da dire che è un genere che avete nel sangue. E’ così?
Credo che l’impronta gothic sia un po’ il filo conduttore di “Human Maze” e che sia presente soprattutto in alcune atmosfere create dalle tastiere di Rudy e nella voce di Monica, molto melodica e pulita. Come hai detto tu però dopo un primo ascolto di “Human Maze”, ci si rende conto che entrano in gioco altri generi e stili diversi, dal gothic con accenni al prog e all’elettronica. L’anima gothic del gruppo è sicuramente Monica che ha sempre ascoltato questo genere; alcuni di noi preferiscono altri generi, ed è proprio questo che ci ha permesso di staccarci un po’ dal gothic tradizionale.

Come vi siete incontrati voi tutti?
Io e Monica suonavamo già assieme in passato, Edo e Marco anche suonavano heavy metal in una band locale e Rudy arriva da un decennale tributo ai Nightwish. Monica e Rudy si sono conosciuti a uno dei nostri concerti e da lì è nata la voglia di fare qualcosa assieme, una volta “arruolati” anche Edo e Marco sono nati i My Black Light. Si è creato subito un perfetto affiatamento come musicisti ed è seguita poi una bella amicizia che prosegue tuttora.

Tra composizione, registrazione e tutto il resto quanto vi ha impegnato questo album?
Alcune delle canzoni di “Human Maze” sono state scritte da Rudy già tempo fa. Quando abbiamo creato il gruppo, abbiamo sentito la necessità di rendere più moderne e attuali le musiche e adattarle maggiormente al gruppo e ai gusti musicali dei singoli. Indicativamente, composizione e arrangiamento dei pezzi ci hanno portato via poco più di un anno, mentre registrazione, mixaggio e mastering ci hanno impegnato circa 6/7 mesi. Alla fine del percorso si capisce perché la chiamino la “fatica”! Ma la soddisfazione poi è enorme!

Potreste darmi una panoramica sui testi?
I testi di “Human Maze” sono prettamente introspettivi, analizzano gli stati d’animo di una persona in relazione a quello che c’è attorno: la società moderna, la religione, la vita, la morte, l’amore, il tradimento, le paure e i sogni. Tutto ciò che in noi provoca delle reazioni emotive. Ovviamente l’analisi è soggettiva, esistono mille e mille modi di relazionarsi col mondo esterno, noi abbiamo descritto il nostro personale mondo interiore e le nostre personali emozioni. Le tematiche sono tipiche del genere gothic, ma in chiave meno malinconica e sofferente: c’è in più e di diverso la voglia di comprendere, di lottare, di trovare un perché e una soluzione alle cose.

Perchè una canzone dei Matia Bazar, come cover nell’album?
Prima di tutto perché Monica adora “Ti Sento” e ci ha proposto appunto di inserirla come cover. Il pezzo si adattava bene alla sua voce e ad essere interpretato in versione metal, inoltre ci dava la possibilità di inserire qualche spunto di elettronica per amalgamarla meglio alle altre canzoni di “Human Maze”. Del resto i Matia Bazar erano un gruppo alternativo nel loro genere e periodo e questo ci ha dato la possibilità di rendere il pezzo moderno, senza stravolgerne la struttura e mantenendo la melodia che caratterizza così tanto questa canzone.

Come si arriva ad avere l’attenzione di una etichetta come la Massacre?
A dire il vero nessuno di noi poteva immaginare che un’etichetta come la Massacre ci avrebbe notato! Eravamo sicuramente soddisfatti del lavoro fatto, abbiamo cominciato a contattare diverse etichetta nella speranza di ricevere qualche offerta e quando la Massacre ha risposto è stata una piacevole sorpresa! Non potevamo crederci! Non pensiamo di aver scritto nulla di così innovativo e originale, ma abbiamo cercato di metterci del nostro e di differenziarci un po’ dal calderone dei gruppi gothic sulla scena e il risultato sembra essere piaciuto. Indubbiamente anche un pizzico di fortuna ci vuole!

Vi siete esibiti con i Leaves’ Eyes: mi racconti le impressioni che ne avete ricavato, le cose che vi hanno favorevolmente colpito e aiutato e magari anche qualche risvolto negatico, se c’è stato, in questa esperienza?
Abbiamo avuto il piacere di aprire il concerto dei Leaves’ Eyes e dei Midnattsol in Italia a fine aprile 2011. Inizialmente eravamo un po’ preoccupati di come il pubblico avrebbe accolto la nostra musica, considerando l’importanza degli headliner e il mood principalmente gothic della serata. Invece il pubblico ci ha sostenuti e ha partecipato attivamente durante il nostro live! E’ stato interessante anche conoscere i due gruppi principali, scambiare qualche parola con loro e vedere come su certi aspetti siano rimasti persone semplici che sanno divertirsi ancora con la propria musica e davanti a un bel pubblico. E’ stata quindi una bella esperienza.

I vostri progetti ora in cosa consistono?
Suonare il più possibile e farci conoscere anche all’estero considerando la difficoltà in Italia di farsi strada con questo genere. Speriamo di ricevere una buona critica dell’album e, grazie alla Massacre, di poter organizzare qualche data all’estero il prima possibile. A breve anche un video su uno dei brani di “Human Maze” e stiamo già lavorando alla stesura di pezzi per un nuovo album.

Ti ringrazio ancora per questa intervista, a te la canonica chiusura della stessa.
Grazie a te Alberto! Vi aspettiamo su www.myblacklight.com, fatevi sentire che a noi fa piacere! Stay tuned!

Alberto Vitale

Recensione: https://www.metalhead.it/?p=1320

Di |2011-12-22T13:03:19+01:0017 Novembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

KING MOB, ” mi piacerebbe Jimmy Page a produrre il secondo album”


I King Mob, autori di “Force 9”, sono un prodotto inglese nato da Stephen W. Parsons,cantante e  conosciuto come Snips negli Sharks. A lui si sono uniti Chris Spedding dei Roxy Music e chitarrista per tanti altri, Glen Matlock, primo vero bassista dei Sex Pistols, Martin Chambers, batterista dei Pretenders e il nuovo talento delle sei corde Sixteen. La band esordisce con “Force 9”, un grumo di rock beat, rockabilly e rock and roll. Parsons racconta come è nata questa super band e quello che si propone di fare.
(altro…)

Di |2016-12-19T12:35:05+01:0014 Novembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

KITTIE, “I’ve Failed You è il prodotto di quel disagio”

Nate nel 1996 le Kittie si son date da fare registrando sei album in studio nel giro di dodici anni. L’ultimo è “I’ve Failed You”, un lavoro dal sound più duro e agguerrito che le canadesi abbiano realizzato. Una breve chiacchierata su questa nuova release ci è stata concessa dalla “picchiatrice” batterista Mercedes Lander.

Ciao Mercedes, grazie per aver accettato questa intervista. Penso che ”I’ve Failed With You” sia un buon album, probabilmente la definitiva evoluzione delle Kittie .
Ciao e grazie a te. Sono d’accordo con ciò che dici, ad oggi è il nostro miglior lavoro. Ne siamo fiere! Penso che l’album sia un passo avanti nell’evoluzione della band. Anche se ci sforziamo di fare del nostro meglio ad ogni album.

Avete mantenuto la stessa lineup negli ultimi tre anni. E’ stata una buona cosa!
Siamo felici con questa lineup e siamo eccitate al pensiero di poter continuare così e fare altri album.

Puoi dirmi qualcosa sugli argomenti dei testi di ”I’ve Failed With You”?
Questo album tratta della fine di una relazione. Tutte noi abbiamo avuto gli ultimi due anni davvero difficili e “I’ve Failed You” è il prodotto di quel disagio.

Che genere di messaggio provate a portare avanti con la vostra musica e i relativi testi?
Vorremmo davvero che le persone godano con la nostra musica e prendano sempre da essa cosa vogliono nell’ascoltarci e a sua volta che la musica renda felici tutti i nostri fans, come lo rende noi.

Cosa riserva il futuro alle Kittie?
Stiamo per fare un mucchio di concerti!

Ti ringrazio Mercedes, lascio a te le ultime parole.
Andate tutti a prendere il nostro nuovo album!

Alberto Vitale

Recensione: https://www.metalhead.it/?p=491

Di |2011-10-20T20:38:55+02:0019 Ottobre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

GORATH, “un buon mix di black metal tradizionale e in più musica influenzata dal progressive”

fotogorathLa storia dei Gorath inizia come progetto individuale di Filip Dupont. Una one man band, nata dalle ambizioni di colui che è per anni è stato un giornalista musicale. Nel tempo Filip ha lavorato sodo, portando Gorath a guadagnarsi una crescente considerazione tra i media e il pubblico, oltre a prendere la fisionomia definitiva di una vera e propria black metal band con l’arrivo di nuovi elementi. L’ultima release è l’ottimo “Apokálypsis (Unveiling the age that is not to come)”, del quale ne parla lo stesso Dupont.

Congratulazioni per l’ultimo vostro album, “Apokálypsis (Unveiling the age that is not to come)”. Penso sia un vostro notevole passo in avanti.
Consideriamo “Apokálypsis” la cosa migliore fatta fino ad oggi.. Tende ai migliori aspetti del lato oscuro del nostro precedente album “MXCII”, insieme al miglior dinamismo dell’album “Misotherism”, realizzato nel 2008. Sicuramente la gente sente le tipiche cose dei Gorath, mentre andando sufficientemente in profondità nelle canzoni si scopre qualcosa di nuovo. Osiamo dire che “Apokálypsis” è un buon mix di black metal tradizionale e in più musica influenzata dal progressive. Questo senza alienarci troppo dal genere.

Perché questo titolo? E’ connesso con qualcosa di attuale?
Le parole scritte da Giovanni,  come nel libro della Rivelazione, non sono chiare e possono essere interpretate in differenti modi. Come in molti scritti religiosi ci sono punti oscuri. Se Gesù non fosse il Salvatore? Immagina, cosa accadrebbe se lui fosse l’Anticristo e abbatte il mondo? Guardati intorno, il nostro prezioso pianeta sta andando all’inferno e senza dubbio il mondo come tutti lo conosciamo si fermerà a causa di quel cancro chiamato umanità. La religione ovviamente fallisce. Una nuova età dell’oro avverrà con la dipartita dell’uomo. Questo falso dio spazzerà via la luce e porterà migliaia di anni di tenebre. Ecco più o meno le somme che tira il nuovo album.. Tutti i testi sono basati sulla Rivelazione e non è una coincidenza che ci siano sette canzoni [come i sette sigilli dell’apocalisse, nda]. Jurgen dei Theudo ha scritto tutti i testi  e noi consigliamo di dare uno sguardo attento ad essi..Ci sono voluti tanti sforzi per loro e hanno un profondo significato, non come molti altri testi black metal.

Come è stato dunque realizzare questo album?
Nell’album precedente io ho scritto la maggior parte della musica, come sai i Gorath sono partiti come un progetto solista. Ci sono voluti alcuni anni per trovare una line-up stabile, non avendo che componenti unicamente per propositi live. Su “MXCII” e certamente su “Apokálypsis” l’input degli altri membri è stato di grande importanza.  L’altro chitarrista e io abbiamo lavorato sulle canzoni e  tutto è venuto fuori in maniera naturale. Infatti c’è pronto un sacco di materiale nuovo scritto, ma lo abbiamo messo da parte per ora. Per prima cosa dobbiamo concentrarci sulla promozione di “Apokálypsis” su diverse piattaforme.

Puoi dirmi i dettagli e credits dell’album?
Io sono il  responsabile per la produzione e registrazione di chitarre, basso e voci, presso il mio piccolo Crestfallen Studio. Reinier Schenk ha registrato la batteria e mixato l’album. Poi sono andato in Svezia da Tore Stjerna (Watain, Funeral Mist, Valkyrja,…) che si è preso cura del mastering. E’ la terza volta che lavoriamo così e i risultati migliorano ogni volta. Solo questa volta Dan Swanö non ha fatto il mastering.

Il vostro precedente album “MXCII” era cantato in fiammingo antico, come è stato accolto in Belgio?
In fiammingo antico è vero solo in parte perché “MXCII” è cantato in un dialetto locale che soltanto le persone del mio paese capiscono. Se vai a 50 km nessuno lo comprende. Mi ha portato via molte ore l’affinamento del concept di “MXCII”. La traduzione inglese è inclusa nel booklet come testo a fronte, così tutti possono comprendere. Ad essere onesti, io sono un po’ deluso verso i pareri avuti sui testi. Sembrava che alla maggior parte della gente non importassero gli argomenti e si sentiva come non stimassero il duro lavoro che c’era in quei testi. In compenso sono contento di averlo fatto. Per anni avevo pensato di registrare qualcosa nel mio dialetto e ne sono ancora orgoglioso del risultato.

Tu sei stato un critico musicale per diversi anni: cosa ne pensi della critica musicale  e del rapporto tra musicisti e band e i critici
Per anni ho scritto per l’olandese Vampire Magazine, durante i suoi giorni gloriosi nei quali era una delle più grandi webzine d’Europa. Mi interesso parecchio dei recensori che ci mettono il lavoro nelle proprie recensioni. I Gorath sono stati benedetti con ottime recensioni per tutti i cinque album. Ma, non di rado il recensore sembra semplificare le cose. Alcune osservazioni si basano su stronzate e non hanno alcun senso, come alcuni americani che ci equiparano ai Dimmu Borgir e Gorgoroth. T’immagini? Io stimo ogni singola opinione, ma non posso sostenere alcun perdente che fa il lavoro a metà.

Adesso quali sono i vostri progetti?
Quest’anno abbiamo in programma solamente due show, un release party olandese e uno show in Germania di supporto ai Forgotten Tomb. Il prossimo anno promuoveremo l’album on stage in diversi posti. Ci stiamo lavorando. Siamo fiduciosi nell’ottenere la chance di visitare l’Italia. Voi avete alcune buone band laggiù. L’anno scorso i Fides Inverse da Livorno sono usciti fuori dal nulla con un debutto stellare!

Ti ringrazio per avermi concesso il tuo tempo. Ti lascio le ultime parole a chiusura di questa intervista.
Grazie per il supporto e buona fortuna con il vostro magazine.

(Alberto Vitale)

Di |2012-12-24T16:00:10+01:0008 Ottobre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

DOMINANZ, “una registrazione oscura e lugubre”

I Dominanz sono un’idea di Roy Mathisen (Cult of Deception), nata nel 2006. Lo sviluppo definitivo di questo personale progetto è avvenuto grazie all’aiuto di due suoi amici: Jørn Tunsberg, chitarra (Hades Almighty, ex Immortal, Old Funeral) e Frode Gaustad, batteria (ex Thy Grief). Il risultato è l’esplosiva miscela di metal, industrial e gothic convogliati nel debutto “As I Shine”.

Puoi raccontarmi come sono nati i Dominanz?
L’orchestra Dominanz è l’erede del progetto chiamato Cult of Deception che ho iniziato nel 2006. Dominanz nasce per suonare e realizzare la musica che sento più vicina a me, insieme a qualche buon amico. Ci conosciamo da tanto, siamo amici da molti anni. Durante una vacanza in Polonia, pochi anni fa, parlai a Frode e Jørn per unire le forze con me e così i Dominanz videro la luce.

Prova a descrivere la tua musica a chi non vi ha mai ascoltato.
Dominanz è una moderna e potentemente infernale band che suona dell’atmospheric e qualcosa di industrial metal. Ciò che abbiamo tentato di ottenere con “As I Shine” è stato di creare una registrazione oscura e lugubre, ma allo stesso tempo accattivante. Speriamo che prenda ai nervi e alle emozioni degli ascoltatori, ma anche a coloro che sono in vena di festeggiare! La mia opinione è che Dominanz ha un’unica espressione. Ogni cosa riflette i miei pensieri più subdoli e abbiamo tentato di esprimere questo visivamente, qualcosa puoi vederlo nel nostro video “The End of All There Is”. Essenzialmente i membri della band provengono dalla scena black metal, questo è ovvio sia per il cantato che per la musica. Ma abbiamo aggiunto qualcosa di atmospheric e roba gothic, oltre a vari elementi industrial. La musica è aggressiva e piena di groove e abbiamo provato a ottenere un’atmosfera malata. La nostra musica è un miscuglio tra diverse influenze. Una fusione di black/death metal e un intenso e freddo sound industrial, cucito con qualche coinvolgente elemento gothic. Non c’erano le intenzioni per andare nella direzione di uno specifico genere. Dominanz sta andando per un’espressione dark e tenebrosa, ma sempre orecchiabile, indipendentemente da qualsiasi genere. “As I Shine” nel complesso è una registrazione metal!

”As I Shine”, ma cosa vuol significare?
”As I Shine” è per molti versi un titolo ironico. I testi si riferiscono al vivere sull’orlo tra la vita e la morte. Anche l’incontro con il tuo padrone nel baratro! E’ stata una delle ultime canzoni che ho scritto per questo album e pensavo che il titolo fosse adatto..

Dunque, di cosa parlano specificamente questi testi?
Circa il 40% dei testi di questo album sono stati scritti da V’Gandr, il frontman della viking metal band Helheim, nonché uno dei miei migliori amici. Ritraggono le più deprimenti situazioni al limite tra vita e morte. Ci sono anche testi erotici ispirati dalla vita eterna, i miei testi invece sono ispirati da situazioni molto più reali e che riguardano l’oppressione della gente attraverso la storia. Parlano di tutto, dalla raffigurazione erotica all’oppressione, la schiavitù e i modi per dominare l’uomo. In parte è stato tutto ispirato dalla mia visita ad Auschwitz, il quartier generale del KGB, documentari e altro. Uno dei testi è ispirato al caso di Joseph Fritzl [l’austriaco che ha tenuto segregata la famiglia per 24 anni, nda]. Io non sostengo in alcun modo queste azioni. I testi non sono direttamente su questi specifici casi, ma li ho trovati eccitanti e mi sono ispirato a loro. Ad ogni modo il tema principale è la desolazione e la distruzione….e il vivere sull’orlo della vita e la morte. Altri testi sono solamente fottuti depistaggi sadomasochisti!

Quali sono le tue influenze musicali più rilevanti?
Io ascolto una grande varietà di generi musicali, ogni cosa tipo di musica dall’heavy, brutal e dark dei Carcass, black metal norvegese come Emperor, Darkthrone, Mayhem, Dimmu Borgir, Immortal ecc. fino all’intrattenimento e alle buone produzioni di Madonna, non sono un suo grande fan, ma trovo le sue produzioni del suo ultimo CD davvero interessanti. Mi piace anche il sound negli album dei Ramstein. Tantissimo “Reise Reise” e “Mutter”! Questi album hanno un sound dark e grandioso e sono ben prodotti. Ascolto anche band come 16 Horsepower e Depeche Mode.

Il futuro in quale direzione vi vede?
Siamo stati recentemente in studio e abbiamo registrato delle nuove canzoni per il prossimo album e ci stiamo adoperando per andare avanti e continuarlo. Sarà molto metal, più estremo. Però ci prenderemo ancora cura dell’aspetto dark e tenebroso, oltre che della parte catchy dei Dominanz! Spero che l’album sia pronto entro un anno.

Altri progetti?
Come ti ho detto stiamo lavorando al nostro prossimo album. Speriamo di partecipare a dei festival nel 2012 e qualche breve tour in Europa. Teneteci d’occhio!

Grazie per questa intervista Roy, lascio a te la chiusura della stessa!
Grazie a te Alberto. C’è tanto lavoro attorno a questa release e naturalmente spero che il pubblico lo apprezzi e se così sarà di acquistare l’album! Ci vediamo on the road!

Alberto Vitale

Recensione: https://www.metalhead.it/?p=403

Di |2011-12-22T13:01:59+01:0001 Ottobre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

ATTICK DEMONS, “un gruppo di amici che amano l’heavy metal”

Il loro nome non è ancora noto al grande pubblico, ma i portoghesi Attick Demons hanno dato una bella scossa all’undergound dei defenders con un debutto che reinterpreta al meglio la lezione degli Iron Maiden… ne discutiamo con il batterista Gonçalo Pais.

Salve e grazie mille per questa intervista! Cominciamo come di consueto con una presentazione della band e del vostro album “Atlantis”… (altro…)

Di |2015-07-06T14:20:54+02:0025 Settembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |

BLOOD STAIN CHILD, “Cerchiamo sempre di battere nuove strade”

 

I giapponesi Blood Stain Child con il nuovo album dal titolo “ε-psilon”, hanno realizzato qualcosa che tenta di rompere ogni barriera stilistica nel metal. La chiacchierata con Ryo, G.S.R. e Sophia è si utile per conoscere la band, ma lo è anche per avere una disamina inaspettata sul Giappone.

Come descrivereste la vostra musica?

Ryo: Melodic-Trance-Death Metal, forse?
G.S.R.: Musica dei Blood Stain Child! (altro…)

Di |2014-12-02T23:55:58+01:0023 Settembre 2011|Categorie: INTERVISTE|Tag: |
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