Nell’Italia del metal irrompe una nuova realtà, i My Black Light. Dopo gli inizi da cover band, i My Black Light hanno sviluppato un proprio sound personale nominalmente gothic, ma di fatto con ricchi spunti elettronici, metal, dark notati dalla major Massacre Records, al quale ha pubbicato l’album di debutto “Human Maze”. Emanuele Rossi, valente chitarrista dei My Black Light descrive tutti gli sforzi e i traguardi alla quale la band è, fino ad oggi, arrivata
Dalla bio che vi accompagna nella promozione Massacre, si evince che siete passati dall’essere una cover band ad una band del roster Massacre. Avete sbancato!
Beh si può dire che abbiamo realizzato un sogno nel cassetto… Insomma Massacre è una delle etichette più importanti nel metal e siamo onorati di poter lavorare con loro. Il tributo è stato un passo iniziale per conoscerci meglio, sia come musicisti che come persone, ma l’obiettivo era comunque comporre musica nostra. Certo non ci saremmo aspettati di firmare un contratto con Massacre, siamo entusiasti di lavorare con loro!
Ascoltando le prime note di “Human Maze” ho pensato “ecco un’altra gothc band”, ma ho dovuto piacevolmente ricredermi. Resta da dire che è un genere che avete nel sangue. E’ così?
Credo che l’impronta gothic sia un po’ il filo conduttore di “Human Maze” e che sia presente soprattutto in alcune atmosfere create dalle tastiere di Rudy e nella voce di Monica, molto melodica e pulita. Come hai detto tu però dopo un primo ascolto di “Human Maze”, ci si rende conto che entrano in gioco altri generi e stili diversi, dal gothic con accenni al prog e all’elettronica. L’anima gothic del gruppo è sicuramente Monica che ha sempre ascoltato questo genere; alcuni di noi preferiscono altri generi, ed è proprio questo che ci ha permesso di staccarci un po’ dal gothic tradizionale.
Come vi siete incontrati voi tutti?
Io e Monica suonavamo già assieme in passato, Edo e Marco anche suonavano heavy metal in una band locale e Rudy arriva da un decennale tributo ai Nightwish. Monica e Rudy si sono conosciuti a uno dei nostri concerti e da lì è nata la voglia di fare qualcosa assieme, una volta “arruolati” anche Edo e Marco sono nati i My Black Light. Si è creato subito un perfetto affiatamento come musicisti ed è seguita poi una bella amicizia che prosegue tuttora.
Tra composizione, registrazione e tutto il resto quanto vi ha impegnato questo album?
Alcune delle canzoni di “Human Maze” sono state scritte da Rudy già tempo fa. Quando abbiamo creato il gruppo, abbiamo sentito la necessità di rendere più moderne e attuali le musiche e adattarle maggiormente al gruppo e ai gusti musicali dei singoli. Indicativamente, composizione e arrangiamento dei pezzi ci hanno portato via poco più di un anno, mentre registrazione, mixaggio e mastering ci hanno impegnato circa 6/7 mesi. Alla fine del percorso si capisce perché la chiamino la “fatica”! Ma la soddisfazione poi è enorme!
Potreste darmi una panoramica sui testi?
I testi di “Human Maze” sono prettamente introspettivi, analizzano gli stati d’animo di una persona in relazione a quello che c’è attorno: la società moderna, la religione, la vita, la morte, l’amore, il tradimento, le paure e i sogni. Tutto ciò che in noi provoca delle reazioni emotive. Ovviamente l’analisi è soggettiva, esistono mille e mille modi di relazionarsi col mondo esterno, noi abbiamo descritto il nostro personale mondo interiore e le nostre personali emozioni. Le tematiche sono tipiche del genere gothic, ma in chiave meno malinconica e sofferente: c’è in più e di diverso la voglia di comprendere, di lottare, di trovare un perché e una soluzione alle cose.
Perchè una canzone dei Matia Bazar, come cover nell’album?
Prima di tutto perché Monica adora “Ti Sento” e ci ha proposto appunto di inserirla come cover. Il pezzo si adattava bene alla sua voce e ad essere interpretato in versione metal, inoltre ci dava la possibilità di inserire qualche spunto di elettronica per amalgamarla meglio alle altre canzoni di “Human Maze”. Del resto i Matia Bazar erano un gruppo alternativo nel loro genere e periodo e questo ci ha dato la possibilità di rendere il pezzo moderno, senza stravolgerne la struttura e mantenendo la melodia che caratterizza così tanto questa canzone.
Come si arriva ad avere l’attenzione di una etichetta come la Massacre?
A dire il vero nessuno di noi poteva immaginare che un’etichetta come la Massacre ci avrebbe notato! Eravamo sicuramente soddisfatti del lavoro fatto, abbiamo cominciato a contattare diverse etichetta nella speranza di ricevere qualche offerta e quando la Massacre ha risposto è stata una piacevole sorpresa! Non potevamo crederci! Non pensiamo di aver scritto nulla di così innovativo e originale, ma abbiamo cercato di metterci del nostro e di differenziarci un po’ dal calderone dei gruppi gothic sulla scena e il risultato sembra essere piaciuto. Indubbiamente anche un pizzico di fortuna ci vuole!
Vi siete esibiti con i Leaves’ Eyes: mi racconti le impressioni che ne avete ricavato, le cose che vi hanno favorevolmente colpito e aiutato e magari anche qualche risvolto negatico, se c’è stato, in questa esperienza?
Abbiamo avuto il piacere di aprire il concerto dei Leaves’ Eyes e dei Midnattsol in Italia a fine aprile 2011. Inizialmente eravamo un po’ preoccupati di come il pubblico avrebbe accolto la nostra musica, considerando l’importanza degli headliner e il mood principalmente gothic della serata. Invece il pubblico ci ha sostenuti e ha partecipato attivamente durante il nostro live! E’ stato interessante anche conoscere i due gruppi principali, scambiare qualche parola con loro e vedere come su certi aspetti siano rimasti persone semplici che sanno divertirsi ancora con la propria musica e davanti a un bel pubblico. E’ stata quindi una bella esperienza.
I vostri progetti ora in cosa consistono?
Suonare il più possibile e farci conoscere anche all’estero considerando la difficoltà in Italia di farsi strada con questo genere. Speriamo di ricevere una buona critica dell’album e, grazie alla Massacre, di poter organizzare qualche data all’estero il prima possibile. A breve anche un video su uno dei brani di “Human Maze” e stiamo già lavorando alla stesura di pezzi per un nuovo album.
Ti ringrazio ancora per questa intervista, a te la canonica chiusura della stessa.
Grazie a te Alberto! Vi aspettiamo su www.myblacklight.com, fatevi sentire che a noi fa piacere! Stay tuned!
Alberto Vitale
Recensione: https://www.metalhead.it/?p=1320