RAWFOIL – “Where Malice Converges”
(Ad Noctem Records) Secondo album per Rawfoil, formazione lombarda attiva dal 2009 e dedita ad un thrash metal molto tecnico ed aggressivo, con molteplici cambi di tempo e partiture soventemente intricate. (altro…)
(Ad Noctem Records) Secondo album per Rawfoil, formazione lombarda attiva dal 2009 e dedita ad un thrash metal molto tecnico ed aggressivo, con molteplici cambi di tempo e partiture soventemente intricate. (altro…)
(Sun & Moon Records) L’arcano si manifesta nelle sonorità dei Voluptas, attraverso la coesione di elementi diversi tra loro e uniti per restituire un messaggio unico. Si crea un’alchimia che fa onore a questi figli di una città che di alchimisti e non solo ne ha conosciuti: i Voluptas sono infatti di Praga. Abili sperimentatori, osano a inserire nel loro black metal elementi disparati, come i (altro…)
(Heavy Psych Sounds) È, purtroppo, solo la seconda volta che la redazione Metalhead.it si confronta con i Komatsu. “A New Horizon” è stato pubblicato nel 2018 e recensito QUI. Era il terzo album della band stoner-sludge olandese che tra l’altro vede nelle sue fila Jos Rosen, batterista dei vivaci ¡Pendejo!. (altro…)
(Ad Noctem Records) Dopo due ottimi album in studio, è arrivato per i Vide di dare sfogo alla rabbia ed all’energia in essi contenuti attraverso questo nuovo lavoro dal vivo, il quale immortala la band meneghina durante la data tenutasi allo Slaughter Club di Paderno Dugnano. (altro…)
(Prophecy Productions) “Otra” ruota attorno a storie legate all’omonimo fiume che scorre nel sud della Norvegia, sfociando nello Skagerrak, lo stretto che separa il paese dalla Danimarca e dalla Svezia, proprio vicino alla città della band, ovvero Kristiansand. C’è molto dentro “Otra”. (altro…)
(Metal Blade Records) Esplode il suono degli italiani Messa. Diventa incontenibile. Il doom cresce verso una dimensione più stellare, più ampia, più rock, ancora più vintage (come copertina e foto), offrendo uno spazio infinito alla voce della bravissima Sara, qui libera di esprimersi ben oltre l’ormai nota impostazione eterea e decadente. (altro…)
(Taxi Gauche Records) Un quintetto che gioca a suonare in maniera molto pesante e confondendo qualche proprio tratto con la psichedelia e il krautrock. I Foomies sanno essere dunque acidi e fragorosi, pesanti e soprattutto di sovente sopra le righe, inondando l’ascoltatore di suoni imponenti, graffianti ed elettrici. I loro pezzi (altro…)
(Avantgarde Music) Incredibile il nuovo album degli olandesi Grey Aura, la continuazione e il pezzo finale (‘Slotstuk’) della storia narrata nel precedente “Zwart vierkant” (‘quadrato nero’) uscito nel 2021. (altro…)
(Beyond Eyes) In quindici anni di storia, i Cult of Fire capitanati dall’emblematico Vladimír Pavelka sono sempre stati una sorpresa, in occasione di ogni pubbicazione. Legati al black metal in modo personale, ogni release si è fatta pesantemente influenzare da altre correnti, in particolare quelle provenienti dall’India, tanto amata dal mastermind, cosa che ha portato alla pubblicazione di dischi iconici quali “मृत्यु_का_तापसी_अनुध्यान” (qui). (altro…)
(Amor Fati) Misteriosi, tetri, dannatamente oscuri e al debutto. Siamo alle radici, agli albori del death, del black, della violenza sonora… eppure questo disco non è grezzo, non è solo selvaggio! Melodie che emergono, riff diabolici arricchiti da un drumming contorto, linee vocali spietate ma anche parentesi con esaltazioni atmosferiche. (altro…)
(Debemur Morti Productions) Tirato, drammatico questo secondo album di Blood Abscission, un progetto atmospheric-melodic black metal con tendenze anche post black metal, dalle marce spinte, estreme, con risvolti caotici e duri. Cinque composizioni numerate che spingono a fondo, con un drumming martellante, una (altro…)
(Time To Kill Records) Sebbene siano sulla scena da diversi anni, dai novanta almeno, i Putrid Offal hanno conosciuto anche un lungo iato tra quella decade e la successiva. Questo è forse anche la spiegazione di una discografia che a oggi contempla solo tre album ma anche una serie di demo, split ed EP. Espressione del death/grind, i francesi si espongono in “Obliterated Life” con suoni (altro…)
(Karisma Records) Nella mitologia nordica, “Fimbulvinter” è l’immediato preludio agli eventi del Ragnarök; ecco un altro lavoro del co-fondatore e principale autore dei progsters norvegesi Airbag. (altro…)
(Caligari Records) Debut album per Kildonan, progetto dietro al quale si cela Hamish MacKintosh, già mente della one man band Vostok, di cui Kildonan ne rappresenta per certi versi la continuazione, perlomeno a livello di tematiche; (altro…)
(Signal Rex) Amano prendersela comoda i norvegesi Nachash, giunti al secondo album dopo ben sei anni dal buon debutto “Phantasmal Trinunity” (recensione qui), un lavoro che, pur trattandosi di black metal, a dispetto della provenienza della band, aveva poco da spartire con le sonorità provenienti dalla terra dei fiordi, abbracciando uno stile più vicino a realtà elleniche come Rotting Christ e Varathron. (altro…)
(Comatose Music) I Vulvectomy tornano a pubblicare un album! Dopo ben dodici anni, la slam/gore/brutal death metal band pubblica il quarto lavoro in studio e per la prima volta con una delle migliori etichette dei generi brutal, grind e affini, la Comatose Music. “Aberrant Vaginal Gestation” vede (altro…)
(Avantgarde Music) Tra il black atmosferico e il post rock/black, il duo australiano giunge al terzo lavoro, il quale si materializza a oltre un decennio dal debutto, a cinque anni dal precedente capitolo. Dietro il moniker, Tim Yatras (fondatore degli Austere, coinvolto in molteplici altri progetti) e Matthew Bell (Tjaktjadálvve, Skuggor e molti altri), un duo con le idee chiare, con una visione ben definita e con una capacita sia compositiva che creativa indiscutibile. (altro…)
(Fastball Music / Rockinbear Studios) Primo album per Olav Däumling che punta a creare una trilogia attraverso l’ausilio dei Tarocchi. Una proposta molteplice che vede tra le maggiori ispirazioni Ozzy Osbourne e Black Sabbath nonché Alice Cooper e poi c’è quella sottile eccentricità che rimanda ai (altro…)
(ATMF) Direttamente dai Lorn di Bolzano questo black metal declinato nella maniera più feroce, tempestosa e glaciale possibile, riproposto in un CD digipack e in sole 200 copie. Nordheim deriva appunto dal mastermind dei Lorn che con Near, Tenebrae In Perpetuum (altro…)
(Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group) Se la sono presa comoda, considerando che sono passati ben sei anni dall’ottimo ultimo disco, “Begin Again” (recensione qui)… cosa ormai comune per la band italiana che ama far trascorrere molto tempo tra un disco e l’altro: (altro…)
(earMUSIC) Non resta che inchinarsi. Mostrare devozione. Prostrarsi. Lui è Sir Don Airey e le sue tastiere hanno da sempre innalzato -e di molto- il livello degli album o dei live di artisti come Deep Purple, Ozzy Osbourne (e tanto per aggiungere mito all’icona, ricordo che c’è Don in tutto “Bark at the Moon”, ma anche in “Mr. Crowley” o in “Crazy Train”), Rainbow, Whitesnake, Judas Priest, Cozy Powell, Gary Moore, Thin Lizzy, Uli Jon Roth, Uriah Heep… e tantissimi altri. (altro…)
(Zeta Factory) Dopo quarantatré concerti in giro per l’Europa a supporto degli Evergrey e prima di andare in tour con Eleine prima e Katatonia dopo, i Klogr pubblicano un live album che riprende i pezzi dell’ultimo lavoro in studio pubblicato proprio nel 2024. I ‘Kay-Log-Are’, come si dovrebbe pronunciare il loro (altro…)
(Nuclear Blast Records) Il nono album degli Epica è vestito da una copertina realizzata da Hedi Xandt (Rammstein, Ghost e altri) e con un titolo preso da una scultura in bronzo dell’artista polacco Stanisław Szukalski che rappresenta l’ispirazione e il rinnovamento. Szukalski, che aveva molte teorie e alcune anche stravaganti, riteneva che ogni dettaglio è un’opera d’arte in sé. La combinazione di dettagli ed elementi produce un’opera suprema, nel caso del nuovo lavoro degli olandesi. Ogni elemento (altro…)
(Black Widow Records) Secondo album per un progetto italiano che mette insieme un sound capace di sperimentare pur legandosi ai fasti degli anni settanta, ma non solo, per suoni e concezione. Essenzialmente prog, G.O.L.E.M. rappresentano una variopinta espressione del genere. “Gathering Of The Legendary Elephant Monsters” è (altro…)
(Rude Awakening Records) Non quella Salem americana e neppure quella in Cornovaglia, loro sono infatti di Hull, in Inghilterra e dunque quel UK lo specifica immediatamente. Il fatto di essere inglesi lo si avverte subito, già dalle prime note di “Rock You” che riporta alla mente qualcosa dei fratelli Gallagher, quelli (altro…)
(Season Of Mist) Come inquadrare un live album nell’economia di una discografia di una band in attività dalla fine degli anni ’80? La discografia dei Rotting Christ poi presenta già diversi live album e questa autocelebrazione, appunto per i trentacinque anni della band, è quasi un’ovvietà. “35 Years of Evil Existence – Live in Lycabettus” saluta diversi punti nodali della (altro…)
(Purity Through Fire) Flagg sono stati attivi qualche anno fa con due album, “Nothing but Death” e “Cosmic Chaos Manifest” rispettivamente nel 2020 e anno seguente. “Diabolical Bloodlust” è dunque il terzo album per Flagg, multistrumentista di Annihiatus e dalla città finlandese di Turku, la stessa di band come Cannibal Accident e Archgoat. Nel (altro…)
(Season Of Mist) Debut album per Wrath Of Logarius, band statunitense che definisce il proprio stile come ‘formless black metal’ in nome di una libertà stilistica che omaggia un po’ tutta la musica estrema, black in primis, ma senza disdegnare forti iniezioni di death metal. (altro…)
(Osmose Productions) Il 2025 segna trentun’anni di carriera per questa band che ruota ormai da anni attorno alla figura di Sulphur, voce e chitarra. Lui è l’anima di questo universo black-thrash metal che in “Demon Steel” si espone a livelli intensi. Gli Urn sono furiosi, ammantano di nero catrame ogni cosa ma suonando con quella veemenza a (altro…)
(Nuclear Blast Records) Son passati ben cinque anni dall’uscita di “Scriptures” (recensione qui), ottavo album delle leggende inglesi del death metal Benediction. Un disco devastante e meraviglioso, che riportava la formazione britannica alle sonorità del capolavoro assoluto “Transcend The Rubicon” e che soprattutto vedeva il ritorno in line up di Dave Ingram, storico cantante della band, dotato di una timbrica riconoscibile tra mille, brutale e perfettamente comprensibile allo stesso tempo. (altro…)
(autoproduzione) È sempre un bene l’uscita di un nuovo album degli Irreverence. La band nasce negli anni ’90 e dagli anni 2000 ha iniziato a pubblicare cose sempre interessanti. Fautori del thrash metal con le inevitabili sfumature death metal, i milanesi si sono spinti sempre in avanti attraverso un modo di suonare sempre più strutturato. “Forsaken” mette in evidenza la classe di appartenenza (altro…)
(Inverse Records) Occorrono soltanto trentacinque minuti circa ai Cannibal Accident per distruggere il mondo intero. Gli estremisti finlandesi si qualificano nuovamente come una massa critica nel loro quinto album in carriera. Una massa detonante che scatena l’apocalisse, attraverso un suonare dinamico, smistato tra diversi pezzi, venti in tutto, mettendovi in scena i principi base del grindcore, death-gore e crust/hardcore. Una selva di colpi letali espressi con una registrazione esemplare, ruvida (altro…)
(NoEvDia) Ornias è tornato e niente resterà indifferente al suo nuovo e decimo grimorio. Si intitola “Vortex of the Destroyer” ed è un concetto dannatamente tetro e forse ancor più devastante, nonché fieramente maestoso e spietato. Svartsyn è il black metal in una maniera articolata e infatti i blast beat sono saette che si palesano tra andature in (altro…)
(Century Media) Tredicesimo disco per gli svedesi Arch Enemy, sempre più ‘pop melodic death metal’, un po’ per l’approccio facile e super addolcito, con chitarre grandiose, una produzione sempre più stellare e una front woman con una immagine brillante, in totale contrasto con l’atteggiamento oscuro e più ‘death’ del resto della band, il mastermind Michael Amott in primis. (altro…)
(Drakkar Productions) Maestosi e creativi i Khors, valido esempio del black metal ucraino. Band nata da elementi di Astrofaes, Hate Forest, Nokturnal Mortum e altre band. Pur non essendo quelli della prima ondata della scena black metal del suddetto paese, si sono distinti per un’evoluzione stilistica che non sembra dissimile a certe cose (altro…)