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(Remparts Productions) Il duo punta, nelle intenzioni, a una commistione tra doom e black metal dall’impronta melancholic. C’è un forte senso di decadenza e sofferenza in questo lavoro, striato (altro…)
(Remparts Productions) Il duo punta, nelle intenzioni, a una commistione tra doom e black metal dall’impronta melancholic. C’è un forte senso di decadenza e sofferenza in questo lavoro, striato (altro…)
(Metal Blade Records) Da diverso tempo i W.E.B. ovvero Where Everything Begun, si sollazzavano con l’idea di pubblicare del materiale del genere e infine la cosa ha avuto davvero un seguito. Ecco dunque un EP per lanciare una nuova (altro…)
(ViciSolum Productions) Metal progressivo made in UK con gli Sky Empire, una band in circolazione dal 2016, con successivo nel 2018 con al microfono il compianto Yordan Ivanov, vocalist di spicco scomparso tragicamente in un incendio nel 2019. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Dopo sei album in studio, anche per i tedeschi Obscura è giunto il momento di catturare dal vivo quanto di buono è stato creato in studio in vent’anni di onorata carriera. (altro…)
(Osmose Productions) Nessuna informazione sul musicista che debutta con il moniker Efraah Enhsikaah e che mette al microfono per la title track e “Dead Sun Shines Bright” Meyhnna’ch, altro one man band noto con Mütiilation. Siamo (altro…)
(autoprodotto) Musicali, accattivanti, catchy, un rock pieno, seducente, ricco di blues. Trio svizzero, tre ragazze scatenate, travolgenti… con quella tendenza punk irriverente. Due sorelle, Sophie e Sara, con l’amica Franca, quindici anni di storia, il quarto album: brani che sono stati tutti scritti nei ritagli di tempo, tra un concerto e l’altro, tra un viaggio e l’altro… così, con spontaneità, con un senso di purezza destabilizzante totalmente percepibile in ognuno dei nove pezzi. (altro…)
(Chaos Records) Secondo album in, udite udite, quasi quarant’anni di carriera per il gruppo svedese, che circa un annetto fa si ritrova in studio per una rara prova di registrazione. (altro…)
(Heavy Psych Sounds) Occhio alla copertina, perché potrebbe fregarvi. Non siamo di fronte ad un gruppo che fa doom, bensì un trio in grado di ammaliare con atmosfere sludge e stoner rock, con una propensione alle atmosfere cupe e oscure, in cui lunghe, lunghissime intro esplodono improvvisamente in ritmi sincopati e registrazioni che sanno di grasso per catene e limature di ferro, il tutto condito con qualche inebriante aroma di sostanze psicotrope e narcotizzanti. (altro…)
(Blues Funeral Recordings) Cosa ascolta il maligno oltre al black metal? Probabilmente, per rilassarsi e sballarsi un po’ potrebbe tranquillamente ascoltare i Dopelord. (altro…)
(Silver Lining Music) Tredicesimo album dei Dokken e chi lo avrebbe mai pensato che il buon Don arrivasse a tanto. Lo split della band nel 1989, una formazione mai del tutto stabile che ha visto passare gente come Mark Boals, Barry Sparks tra gli altri. George Lynch che dopo lo split ritorna a schitarrare solo per (altro…)
(Moribund Records) Ci sono voluti cinque anni agli italiani Mourning Mist per dare seguito al loro omonimo debutto uscito nel 2015 (recensione qui)… si perché “Amen” risale ormai a tre anni fa, pubblicato dalla BloodRock Records… e solo ora reso più noto dalla Moribund la quale lo rende disponibile su CD. (altro…)
(Svart Records) La scena metal finlandese è sempre stata piuttosto fiorente, basti pensare al power metal, magnificamente rappresentato da giganti come Stratovarius e Sonata Arctica, per non parlare del black, con formazioni come Impaled Nazarene, Barathrum e Moonsorrow, mentre i primi Amorphis rappresentano il meglio del death metal proveniente dalla terra dei mille laghi. (altro…)
(Debemur Morti Productions) Scelgono una strada facile che poi con loro, i The Amenta, facile non lo è mai, cioè pubblicare un album di cover. La band australiana che si esprime attraverso sonorità elaborate, soffocanti, folli, sperimentali, pubblica un album con dieci pezzi e dei quali solo (altro…)
(Magnetic Eye Records) I Restless Spirit sono un fulgido esempio di come si possa fare del buon doom metal moderno, in cui le influenze di Ozzy e dei Type O Negative si fanno sentire spesso e volentieri, anche se mischiate ad una buona dose di personalità. (altro…)
(Metal Blade Records) I Sorcerer hanno una storia atipica, in quanto si formano verso la fine degli anni ’80 a Stoccolma e incidono due demo ma l’attività cessa nei primi anni ’90. Si riformano nel 2010 con solo due elementi della formazione originaria e tra l’altro con uno dei due che fu il primo ad abbandonare (altro…)
(Skatbo Records) Il batterista svedese Daniel Strachal (ex Lobotomy) inventa una nuova creatura doom… e con lui ci sono il chitarrista e vocalist Victor Takala (ex Eyekon, e pure ex session live dei Katatonia) e il bassista Max Collin (Lobotomy, Blindfold). I riff qui sono pesanti, pesantissimi… graffiano dolorosamente sfiorando territori più marci, pur restando fedeli alle linee guida di bands come Candlemass o The Obsessed. (altro…)
(Vendetta Records) Dal logo degli austriaci si capisce subito il rimando poco velato al mito di Cthulhu e all’immaginario lovecraftiano. (altro…)
(Peaceville Records) A distanza di solo un anno dall’ottimo “Morbidity Triumphant” (recensione qui), tornano in pista i leggendari Autopsy, capiscuola di un certo modo di intendere il death metal. (altro…)
(Epictural Production) La Epictural Production pubblica sempre qualcosa di interessante, se non addirittura di particolarmente distintivo. Con i Theosophy l’etichetta francese tiene alto lo standard qualitativo, pur con una proposta non tale da essere particolarmente distintiva. I russi Theosophy (altro…)
(Scarlet Records) Band rodata, solida, dall’espressività musicale ancorata al symphonic metal e sue inevitabili inflessioni. Gli Elegy Of Madness alle spalle hanno quattro album e per questo quinto ingaggiano la soprano Kyrah Aylin. Italiana anch’essa come gli altri della band, Kyrah Aylin è uno spettacolo vocale. Tra (altro…)
(Argento Records/Wolves of Hades) Debuttano questi One of Nine, black metal band un po’ misteriosa, apparentemente proveniente dagli USA. Puro black metal anni ’90… avete presente i Dimmu Borgir epoca “Enthrone Darkness Triumphant”? Eccoli, con un bel po’ di tastiere in meno, certo, ma con quella potenza melodica, quei crescendo epici che offrono anche un sapore malvagio a-là Dissection. (altro…)
(Indie Recordings) Cinque maestosi brani folk-epic-rock, resi ancor più grandiosi dalla potentissima voce della front woman Gunnhild Sundli! I norvegesi Gåte sono in giro ormai da oltre un ventennio, se non consideriamo quel paio di pause che si sono presi in questi anni, e sono maestri nel fondere assieme concetti come folk norvegese ed elettronica, oppure folk nordico e metal: (altro…)
(20 Buck Spin) Pochi giorni fa mi è capitato di ascoltare per l’ennesima volta “Human”, capolavoro dei Death ed album in cui militavano Sean Reinert e Paul Masvidal dei Cynic. (altro…)
(Force Music Recordings/Bertus) Ammiro gli olandesi Within Temptation. Li ammiro per la loro storia che si avvicina al trentesimo anno, con una base della line up stabile, quella composta dai coniugi Sharon den Adel e Robert Westerholt, e dal bassista Jeroen van Veen… oltre ad un resto della formazione che non cambia da oltre uno o due decenni. (altro…)
(Invictus Productions) Continuano a remare contro corrente gli slovacchi Malokarpatan: contro ogni moda, contro ogni evoluzione, contro ogni ricerca estetica… praticamente sono contemporaneamente la negazione e la salvezza del music business moderno: i veri salvatori, coloro che tengono viva la fiamma, i puri ed irriducibili eroi del metal più oscuro e privo di nocive contaminazioni, con chitarre essenziali e riff che vengono concepiti con uno stile riconducibile al libro sacro dell’heavy metal. (altro…)
(Is it Jazz? Records) Erland Dahlen è un batterista senza confini che ha suonato in almeno 300 album diversi, con una impressionante vastità di artisti differenti, attraverso una galassia infinita di generi e stili musicali. (altro…)
(Gore House Productions) Puro estremismo canadese i Display Of Decay, ormai al quarto album in carriera. I musicisti dell’Alberta sfornano una nuova saga di brutal death metal dal fare lucido quanto distruttivo e, appunto, estremo. Un misto di Cannibal Corpse di (altro…)
(Wild Things Records) Dopo numerosi ascolti, sia mirati che di sottofondo, non riesco ancora a classificare la musica del quarto album di questo trio svizzero… però la cosa non mi disturba affatto, anzi, in quanto questo sound è tanto rock quanto l’esatto opposto, in una libertà artistica stravagante, sempre in contrasto con se stessa, riservando innumerevoli sorprese e lasciando nell’ascoltatore un piacevole retrogusto di energetica euforia allegra. (altro…)
(AOP Records) Molto interessante il debutto solista di Linus Klausenitzer, virtuoso bassista conosciuto principalmente per aver suonato per un decennio con gli Obscura, incidendo con essi gli album “Akroasis” nel 2016 e “Diluvium” nel 2018. (altro…)
(From The Vaults) Ascoltare gli Street Fighter ti fa tornare indietro nel tempo, verso gli sfavillanti anni ’80, fatti di sbrilluccicanti suoni patinati, suoni elettricissimi e capelli extralunghi. (altro…)
(Scarlet Records) Il trio danese debutta con questo album intitolato “Total Dark Sublime” che racchiude tutto l’essere degli Archangel. Un incrocio tra heavy metal e punk, con un alto tasso di momenti melodici compresi di pochi ritornelli catchy. Dieci canzoni e meno di (altro…)
(Napalm Records) Il settimo album della band melodic-power symphonic metal italiana Temperance vede l’ingresso in formazione della soprano Kristin Starkey. Voce che si affianca a quella di Michele Guaitoli, ampliando così la portata del comparto vocale per le migliori soluzioni possibili da integrare (altro…)
(Nordvis Produktion) Una nuova bestia che si scatena minacciosa dai boschi della gelida e tetra Finlandia. Riff veloci, momenti catchy dal sentore epico, linee di basso voluttuose, un groove maledettamente irresistibile dentro un turbinio di violenza inaudita. (altro…)
(Spread Evil Productions) Il debutto dei finlandesi The Watcher, registrato ormai quattro anni fa, comincia con una intro che sembra far presagire l’ennesimo album black atmosferico… invece la successiva “Guru Of Hate Yoga” è un concentrato di roccioso death metal al confine tra la scuola svedese e quella americana. (altro…)
(Xtreem Music) Prosegue inesorabile il percorso di crescita artistica dei thrashers torinesi Ural, giunti ora al terzo album il quale mette in mostra notevoli progressi rispetto al precedente “Just For Fun”,-con le nuove composizioni che risultano più complesse, dal minutaggio leggermente più lungo senza per questo perdere in aggressività ed immediatezza. (altro…)